
Vent’anni fa, a quella manifestazione tristemente famosa, io non c’ero. Quel 21 luglio la radio mi aveva mandato a Torino al concerto degli U2. “Tu intervista il pubblico per sentire cosa ne pensa di quello che sta accadendo a Genova. Ti chiamiamo in diretta e facciamo dei collegamenti“. Con quello che poi è successo nelle strade del capoluogo ligure non mi ha chiamato nessuno. Vent’anni dopo, non essendoci stato allora, per fare una sorta di via crucis laica sui luoghi di quei giorni, avevo bisogno di uno che c’era stato. Nessuno meglio di Megu, alias Domenico Chionetti della Comunità di San Benedetto al Porto.
Lui c’era, era dei ‘disobbedienti’. E poi è genovese. Mi aspetta alle 9 alla stazione ferroviaria di Principe. Lui e il suo vespone. Più un casco giallo per il sottoscritto. La prima tappa è piazza Portello, uno slargo incassato tra due gallerie.
Da qui parte l’ascensore che sale alla Spianata Castelletto, uno strepitoso “balcone” sospeso sul centro storico con vista a 360° sulla città e sul porto. “In questo punto le suore si riunivano per pregare. La zona rossa era a due passi. Verso le 17 nelle vicinanze arrivò un piccolo gruppo di black bloc e la polizia sparò alcuni lacrimogeni con il risultato di ‘gasare’ le suore” racconta Megu, che ricorda come oltre a loro anche una grossa fetta del mondo cattolico aveva partecipato attivamente a quei giorni. Fedeli di una chiesa povera, indignati e arrabbiati per quello che stava succedendo. Seconda tappa via Tolemaide, lo show down di quello che fu l’inizio degli scontri di piazza. Per arrivarci si attraversa piazza Alimonda, dove fu assassinato Carlo Giuliani.
Via Tolemaide è uno stradone in discesa che porta alla stazione Brignole. Sulla destra un alto muro la separa dal tracciato ferroviario, sulla sinistra le caratteristiche case genovesi colorate di giallo, con le persiane verdi.
Vicino al distributore di benzina dove mi fermo con Megu le tute bianche e gli altri dimostranti vennero caricati dalla polizia di stato e dai carabinieri CCRI Lombardia. Una carica fortissima. I dimostranti arretrarono in via Casaregis e cercarono di aprire una trattativa con le forze dell’ordine. Iniziarono i caroselli dei blindati, una sorta di tentativo di investire i manifestanti. “Hanno sparato a Carlo” ricorda Megu “ma ancora non riesco a credere che non abbiano ammazzato nessuno con quei caroselli…”. Passa una signora, la fermiamo. E’ rumena e vive a Genova da anni. Le chiediamo cosa si ricorda dei fatti di vent’anni fa. “E’ morto un ragazzo…”. Un inquilino del palazzo adiacente si ferma e ci dice “La polizia, quei giorni, è stata veramente pessima”.
Risaliamo sul vespone di Megu e attraversiamo la città per spostarci in zona Campi, nel ponente cittadino, vicino all’ex ponte Morandi. Vent’anni fa era un’area sterrata, oggi ospita una serie di centri commerciali. Qui incontriamo Federico Traversa, giornalista e scrittore. Una enorme pressa ci ricorda che questo era un quartiere operaio. “Da qui” ci racconta Federico “il 16 giugno 1944 quasi 1500 operai della Siac, della San Giorgio, del Cantiere Ansaldo e della Piaggio vennero deportati verso i campi di concentramento nazisti. La più grande deportazione di non ebrei d’Europa“.
Vent’anni fa invece qui, un mese prima delle manifestazioni di cui stiamo parlando, si tenne un concerto di Manu Chao, al termine del quale l’artista sentenziò: “Proxima estacion Zona Rossa“. Manu devolse l’incasso del concerto alla comunità di Don Gallo. Soldi che il Gallo utilizzò anche per creare un punto di ristoro per i manifestanti. Battezzato “bar clandestino”, aprì i battenti il 17 luglio 2020 in Piazzale Kennedy. Ed è proprio quella la nostra ultima meta. Per andarci ripassiamo sulla sopraelavata che costeggia il porto: spettacolo, una vera e propria cartolina turistica.
In piazza Kennedy è stata scritta un’altra pagina drammatica di quei giorni perchè fu il luogo dell’inizio della mattanza finale del 21 luglio. Da qui arrivò sin quasi a Boccadasse. Una vera e propria caccia all’uomo per tutto corso Italia. Neanche il mare offriva una via di fuga perchè in acqua c’erano barche della polizia. Qui, dopo quello di un mese prima, il 18 luglio di vent’anni fa, Manu in compagnia dei 99 Posse tenne un secondo concerto. E ci suonerà, una terza volta, mercoledì prossimo. Se non avete un biglietto è un problema, purtroppo è già già sold out…