“Ringrazio tutti quelli che in queste ore hanno espresso stima, riconoscimento, affetto nei miei confronti, li ringrazio e dico loro continuate a seguire Report. Dopo vent’anni ho deciso di lasciare, alla fine della stagione, la conduzione della trasmissione. Continuerò a lavorare in Rai e tornerò a fare mie inchieste sul campo, magari per lo stesso Report”.
Milena Gabanelli ha annunciato ieri la sua decisione.
“In questa scelta di lasciare la conduzione di Report – precisa subito Gabanelli – non ci sono state pressioni dei vertici Rai, anzi il contrario, mi hanno chiesto fermamente di restare. Ma tutto nella vita ha un tempo, un tempo che finisce. Ora è giusto che vadano avanti quelli della mia squadra di Report, che venga premiata la loro professionalità”.
Milena Gabanelli ha condotto Report, simbolo del giornalismo con la schiena dritta, per vent’anni con inchieste sulle banche, sui gruppi alimentari, delle telecomunicazioni, farmaceutici, sui politici. Servizi e denunce sui disservizi pubblici e della sanità, sulla criminalità e la giustizia.
Gabanelli è stata inviata di guerra per Mixer di Giovanni Minoli. Nel 1994 è arrivata alla guida di Professione Reporter, trasmissione che nel 1997 è diventata Report, con il debutto su Rai3 in terza serata, conquistando nel 2003 la prima serata e collezionando ascolti e premi, querele e richieste di risarcimenti record, vincendo sempre le sue battaglie.
Milena Gabanelli, vuole ora ritornare a fare inchieste sul campo, magari per lo stesso Report, “una trasmissione che proseguirà benissimo senza di me… E poi il modo per garantire lunga vita a un’azienda è la capacità di rinnovarsi, di investire in nuove energie ma non vivere di rendita”.
E a chi sostiene che senza Gabanelli non sarà più Report?
“Mi spiace per loro, spero che si ricredano…”
Si ricorda la prima inchiesta di Report?
“Certo, era il 3 settembre 1997. Il titolo: ‘Il dente avvelanato’, in cui denunciammo la questione delle otturazioni fatte con l’amalgama che aveva un componente di mercurio. E da allora iniziò il processo di eliminazione…”
Qual è l’inchiesta, in tutti questi anni, che ricorda di più?
Quella che feci io su H3G, ‘Il numero magico’. H3G chiese un risarcimento danni per 137 milioni di euro. Fu un incubo. Ma sette anni dopo, H3G è stata condannata a pagare le spese processuali. Difficile dimenticare questa vicenda”.
I momenti più difficili?
“… Più che con la politica, ci sono stati quando abbiamo fatto inchieste sui grandi inserzionisti di pubblicità alla Rai, come i gruppi alimentari, oppure l’Eni. La lora pubblicità pesa sulla Rai…”.
Ci ricorda un caso?
“Per esempio, le pressioni di Mineracqua (Federazione delle industrie di acqua minerali, ndr) su una trasmissione in cui noi spiegavamo le etichette, e quindi fornivamo ai consumatori indicazioni su come distinguere un’acqua minerale da un’altra. Mineracqua ci avvertì: ‘Se voi entrate tanto nel dettaglio con la vostra inchiesta non sappiamo se rinnoveremo la pubblicità alla Rai’. Ma noi respingemmo quel ricatto e andammo avanti…”
Reazioni dei vertici Rai alla sua decisione di lasciare la conduzione?
“Il direttore generale e quello di rete le hanno provate tutte per farmi cambiare idea, ma dopo tanto tempo penso che sia giusto che siano loro, i miei inviati, a portare avanti un programma che hanno contribuito a creare, facendone una trasmissione di successo”.
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