
Si è spento a Milano l’architetto Vittorio Gregotti, ricoverato da qualche giorno a Milano per una polmonite da coronavirus. A Radio Popolare il ricordo della critica d’arte Fiorella Minervino, amica di Gregotti.
È stato veramente un gigante. Un grande protagonista dell’architettura italiana. Voleva un’architettura più legata alla Regione e al luogo. Era nato a Novara e amava moltissimo tutto ciò che era lombardo. Era figlio di industriali con una grande passione per Milano. Un uomo e un urbanista molto intelligente e disinvolto. Ha realizzato interi quartieri come la Bicocca di Milano, e ricordo che quando la stava disegnando mi mostrava i disegni perché a volte aveva dei dubbi sulle soluzioni.
Vittorio Gregotti era un uomo molto simpatico e molto brillante, un grande polemista. È stato direttore della Biennale e aveva firmato della sale per la Triennale. Era un uomo molto internazionale e di mondo, per anni lui e la moglie Marina hanno tenuto dei salotti a Milano, sempre con grande garbo e grande simpatia. Aveva una grande curiosità per tutto. L’ho avuto ospite al mare insieme alla moglie Marina e ricordo che non poteva stare fermo un attimo, doveva sapere e conoscere tutto.
Aveva anche una grande sicurezza in tutto ciò che aveva fatto. Sempre. Ha realizzato mezza Italia e moltissimo anche in giro per il Mondo. Ha curato anche la ristrutturazione della sede del Corriere della Sera a Milano. Io ero lì e lo avevo chiamato a collaborare. Ricordo di avergli detto “sai che non abbiano neanche i bagni per le donne?”. Lui si era molto impressionato e aveva deciso di ridisegnare la sede. Aveva mille interessi e passioni, ma l’urbanistica e l’architettura erano il suo mondo principale.
Vittorio Gregotti ha anche scritto moltissimi libri, ho sempre avuto la sensazione che la vita non gli bastasse mai. È una perdita grandissima per l’Italia.
Foto di Niccolò Caranti, CC BY-SA 4.0