Figlia di due papà. Il Comune di Roma ha registrato all’anagrafe una bambina nata in Canada grazie alla gestazione per altri. Il fatto è importante anche perché è avvenuto senza bisogno di una sentenza del tribunale: i tecnici del municipio hanno accettato la domanda dei genitori in base a un verdetto che era già stato emesso sulla richiesta di un’altra coppia. Alexander Schuster è l’avvocato che ha seguito entrambi i casi.
Come è iniziata questa vicenda?
Lo scorso maggio una prima famiglia di papà ha chiesto al Comune di riconoscere il secondo padre ai loro tre bambini. Il municipio non ha dato seguito alla richiesta. Siamo andati in tribunale e abbiamo ottenuto una sentenza – la prima dopo Trento – di una corte d’appello, quella di Roma, che il 15 febbraio ha detto: “Il secondo papà di questi bimbi va riconosciuto”.
Nel frattempo lei stava lavorando anche per un’altra coppia di uomini…
Sì, stavo gestendo la registrazione in Italia del certificato di nascita canadese di una neonata. Gli uffici del Comune hanno fatto un ragionamento alla luce della sentenza di febbraio, e il 6 aprile abbiamo ottenuto il riconoscimento di entrambi i padri senza bisogno dell’ordine di un giudice.
Che conseguenze può avere questa decisione?
Questo primo atto di pieno riconoscimento “spontaneo” è l’inizio di una prassi importante nella capitale d’Italia, che è anche il Comune più grande del paese. Non c’è stato il coinvolgimento della sindaca, Virginia Raggi: si tratta di una valutazione dei funzionari del municipio, che alla luce di ragionamenti tecnici l’hanno considerata un atto dovuto.
Quello di Roma è l’unico caso?
No, diversi Comuni stanno ragionando in questo modo, arrivando alla stessa conclusione senza che ci sia stato l’intervento di un giudice. Questi bambini hanno diritto a vedersi riconosciuti entrambi i genitori, anche se tutti e due sono dei papà.