A Spinetoli, in provincia di Ascoli, la scorsa notte è stata data alle fiamme una palazzina che avrebbe dovuto ospitare un gruppo di minori stranieri non accompagnati.
Non ci sono dubbi sulle cause dolose dell’incendio che ha distrutto i tre piani della costruzione e i Carabinieri non hanno dubbi nemmeno nel collegare l’incendio doloso alle proteste contro i migranti che da settimane vanno avanti nel comune marchigiano.
A novembre una manifestazione con centinaia di partecipanti aveva attraversato le vie del paese di 7200 abitanti. Vi aveva partecipato anche il sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, eletto con una lista civica appoggiata dal Partito Democratico. Il sindaco non aveva avuto problemi a sfilare in un corteo dove c’erano anche esponenti dell’estrema destra, a partire da Casapound.
“Sono vicino a questi cittadini –aveva detto in quell’occasione– ma rappresento tutti, anche quelli che non sono d’accordo, per questo ho decido di sfilare senza fascia”.
Oltre alla manifestazione c’erano state diverse assemblee dove era stat forte l’ostilità verso i miganti.
Il primo gennaio, alle 4 del mattino, le fiamme.
“C’è stata una continua manifestazione contraria guidata dall’opposizione di destra e dalla destra estrema in un momento in cui questo territorio sta vivendo un rigurgito fascista che non si riesce più a contenere” ha detto a Radio Popolare la referente di Libera per le Marche, Paola Senesi.
“Brutti segnali di presenze neo fasciste ci sono stati non solo a Spinetoli ma in tutta la provincia e anche ad Ancona -ha continuato – i fascisti provano a squilibrare la convivenza civile tra le persone, come se la memoria fosse da cancellare”.
Nel pomeriggio il Comitato Antirazzista di Ascoli, l’Anpi, la Cgil e Libera hanno incontrato il Prefetto di Ascoli.