Nella Messa di Ferragosto i cristiani han pregato con una supplica del Cardinale Pizzaballa per l‘Assunta: «Ottieni per questa Terra Santa, / per tutti i suoi figli / e per l’umanità intera / il dono della riconciliazione e della pace. / Che si compia la tua profezia: / i superbi siano dispersi / nei pensieri del loro cuore; / i potenti siano rovesciati dai troni, / e finalmente innalzati gli umili; / siano ricolmati di beni gli affamati, / i pacifici siano riconosciuti come figli di Dio e i miti possano ricevere in dono la terra». Tutto parte di lì e lì torna, alle Beatitudini, ai cuori da convertire, agli uomini che nella lotta fra tenebre e luce scelgono le prime. Forse a Doha i mediatori trovan qualche compromesso per fermare la strage di civili a Gaza e far tornare a casa gli ostaggi, ma resta l’incubo del buio, delle menti prigioniere di sé stesse. Se la forma mentis resta supremazia, prepotenza, distruzione dell’altro, se non viene «rovesciata dai troni», se umili, affamati, miti, vittime delle ingiustizie non vengono riconosciuti la pace è inimmaginabile. Dà le vertigini il riferimento alla profezia nella preghiera del Patriarca latino di Gerusalemme. Ma sono ignoranza e cattiva coscienza nostre a inoculare vissuti di estraneità alle visioni generali, impotenza, ineluttabilità della guerra. Profezia è ascoltare, cogliere negli eventi corso, senso, pluralità di esigenze, mettersi nei panni dell’altro, aver coscienza che siam noi a imprimere direzione ad azioni e pensieri individuali e collettivi verso precipizio, tenebre, morte, o verso squarci di luce, trasformazione, lode alla vita. Nel 1950, quando Pio XII proclamò che Maria di Nazaret era stata assunta in cielo anima e corpo, Jung disse: «È il più importante evento religioso dopo la Riforma, una pietra dello scandalo per mentalità prive di psicologia». Colse una rivoluzione: la Trinità, tutta al maschile, veniva completata con la [Ma]donna, a nome di tutte le donne, del femminile e suoi valori. I signori della guerra, posseduti dal potere, hanno in odio la vita, chi la genera, l’altro; ciechi se ne credono padroni e portano distruzione per sé e il mondo. Dalla vita e dalle virtù del femminile non si va in vacanza, Ferragosto ne fa memoria, per tutto l’anno.
Ferragosto, femminile, Pace
-
Autore articolo
Marco Garzonio