Potente, stimato e simpatico. Fabio Rizzi è uno dei personaggi che contano nella Lega Nord. Vive nella parte alta del Varesotto, da dove arrivano gli uomini più potenti del Carroccio, presidente della Lombardia Roberto Maroni compreso.
Fin da quando è diventato sindaco di Besozzo, in riva al Lago Maggiore, questo medico rianimatore ha sempre pesato nella Lega più delle cariche istituzionali o di partito ricoperte. In questa legislatura regionale ha avuto il ruolo chiave di relatore della riforma sanitaria della Lombardia, quella che avrebbe dovuto sancire il riscatto e le mani pulite leghiste, rispetto agli scandali che hanno portato alle dimissioni la precedente giunta di centrodestra targata Roberto Formigoni.
Fabio Rizzi si è iscritto al Carroccio dal 1992, pochi mesi dopo la laurea in medicina con specializzazione in anestesia. Nella sua carriera professionale ha lavorato in numerosi ospedali pubblici e privati, dal Sant’Anna di Como agli Istituti Clinici Iseni di Lonate Pozzolo, vicino all’aeroporto di Malpensa.
Dal 2006 al 2008 è stato segretario provinciale varesino della Lega Nord, dal 2007 diventa sindaco di Besozzo, di cui era già stato vicesindaco, e nel 2008 diventa senatore, motivo per cui si deve dimettere da consigliere regionale per incompatibilità. Nel 2009 è tra coloro che lavorano alla nascita della sezione sarda del Carroccio.
L’ascesa politica di Rizzi fa però un balzo con la candidatura a presidente della Lombardia nel 2013. È tra gli uomini più fidati del candidato presidente Roberto Maroni, che lo avrebbe voluto assessore alla Sanità, carica poi andata a Mario Mantovani arrestato a sua volta in un’altra inchiesta giudiziaria. Rizzi da presidente della commissione Sanità è tra i registi del varo della legge di riforma, che avrebbe dovuto fare piazza pulite sulle storture della riforma del 1997, e degli scandali che hanno portato alle elezioni regionali lombarde anticipate nel 2013.
Oggi l’arresto per corruzione e turbativa d’appalti pubblici. “Chi sbaglia non merita la Lega”, è il primo commento del segretario della Lega Nord Matteo Salvini. “Provo stupore, delusione e sono incazzato”, ha detto il presidente della Lombardia Roberto Maroni.