Approfondimenti

Europa, il tramonto delle libertà?

Non c’è solo la Francia.

E’ l’intera Europa che pare travolta dalle paure suscitate dagli attacchi di Parigi, e dalla tentazione di prendere misure che limitano decisamente le libertà civili.

Oggi l’Assemblea Nazionale francese ha dato il via libera all’estensione dell’ “état d’urgence” di tre mesi. Sarà possibile condurre perquisizioni senza mandato giudiziario e costringere alla residenza forzata i sospetti di terrorismo.

Il governo francese spenderà anche, nel corso del 2016, 600 milioni di euro supplementari in misure di sicurezza.

Parlando di fronte ai deputati, e per giustificare la richiesta di misure eccezionali, il primo ministro Manuel Valls ha evocato il “rischio dell’uso di armi chimiche e batteriologiche” da parte dei terroristi.

Domani, venerdì, si riuniranno a Bruxelles i ministri degli interni europei. “Di fronte alla barbarie e al terrorismo, l’Europa resta al fianco della Francia”, recita il comunicato ufficiale dei ministri.

In discussione, durante la riunione, sarà soprattutto il Passenger Name Record (PNR), il sistema per raccogliere i dati di tutti coloro che si mettono in viaggio in Europa. Il PNR è simile alle misure prese negli Stati Uniti dopo l’11 settembre, e che molti Paesi e deputati europei hanno negli anni scorsi combattuto perché invasivi della privacy.

E’ però il Belgio, insieme alla Francia, a guidare l’Europa nell’adozione di misure fortemente restrittive dei diritti. In queste ore, nella regione di Bruxelles, sono in corso raid e perquisizioni da parte della polizia. Parallelamente, il governo belga ha approvato una serie di misure di sicurezza mirate a combattere il jihadismo interno.

I cittadini di nazionalità belga che combattono in Siria verranno imprigionati al loro ritorno. Secondo l’ufficio del procuratore federale, sono 135 i foreign fighters tornati in Belgio dopo aver combattuto con l’ISIS. Molti si trovano in libertà, sotto il controllo dei servizi di sicurezza.

Tutti coloro che verranno considerati una “minaccia”, dovranno indossare un braccialetto elettronico.

In casi di terrorismo, la detenzione sarà estesa da 24 a 72 ore. Per rendere operativa la norma, sarà necessario un emendamento alla Costituzione.

Misure anche per i passeggeri di voli aerei e dei treni ad alta velocità: dovranno registrarsi, fornendo dettagli sulla loro identità, prima della partenza.

Il governo vuole anche aumentare di 520 unità i soldati che verranno collocati sul territorio belga per misure di anti-terrorismo. Oltre 400 milioni di euro aggiuntivi verranno spesi nei servizi di sicurezza.

Presente a Strasburgo per il Forum mondiale della democrazia, l’ex-responsabile informazioni della National Security Agency (NSA), William Binney, ha detto che la Francia e l’Europa sono “sulla strda di quanto fatto dagli Stati Uniti dopo l’11 settembre, e cioè la raccolta massiccia di informazioni”. Secondo Binney, la strada avrebbe dovuto essere un’altra: “analizzare i dati in modo razionale e focalizzare le analisi su aree particolari e persone particolari”.

In caso contrario, secondo Binney, l’esito è esattamente quello degli Stati Uniti post-11 settembre. “Il sacrificio delle libertà pubbliche“.

  • Autore articolo
    Roberto Festa
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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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