Le maniere forti contro la mafia dei Nebrodi.
Le chiede il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, intervistato questa mattina da Radio Popolare.
“Contro la mafia ci vuole l’esercito. Ci vogliono i rastrellamenti” ha attaccato Crocetta.
Parole molto dure il giorno dopo l’attentato mafioso contro il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.
Crocetta è stato a sua volta minacciato di morte dopo che la Regione e il Parco hanno scoperto i meccanismi con cui i clan lucravano sui terreni a pascolo truffano i fondi europei.
Crocetta descrive i meccanismi della cosiddetta mafia rurale della provincia di Messina. Un’organizzazione coesa e violenta, di carattere stragista, che ha legami con i corleonesi di Totò Riina, l’ala più sanguinaria di Cosa Nostra, e che agisce con la protezione di Cosa Nostra catanese. E poi ci sono i rapporti con le ‘ndrine calabresi. L’attentato è stato attuato dopo che anche la Regione Calabria ha deciso di studiare il metodo applicato dai colleghi siciliani.
“Io e il presidente del Parco dei Nebrodi abbiamo scoperto il meccanismo delle truffe” spiega Crocetta “un meccanismo che abbiamo sventato, verificando le informative antimafia, con coraggio. La cosa più grave per loro è stata quando abbiamo fatto un protocollo di intesa coi sindaci dei comuni dei Nebrodi e con il prefetto di Messina, che è diventato direttiva regionale. E poi la regione Calabria ha pensato di copiare questo modello”.
I mafiosi ottenevano la concessione dei terreni destinati a pascolo a 30 Euro l’ettaro, e poi incassavano migliaia di Euro di contributi pubblici e fondi dell’Unione Europea per attività di allevamento che esistevano solo sulla carta. Spesso, aggiunge Crocetta, grazie alla complicità di notai compiacenti terreni dello Stato o della Regione venivano rubati con il meccanismo dell’usucapione, illegale e non applicabile alle proprietà pubbliche.
Una mafia, quella dei Nebrodi, da non sottovalutare: ha capacità militari e “imprenditoriali” che le consentono di espandere in continuazione gli affari, spiega Crocetta
“Dal ’90 in poi hanno potuto fare affari con tranquillità, inserendosi negli affari legali e ha cominciato a operare nel business dei terreni a pascolo nei parchi, e fino a che non è contrastata non ha ragione di reagire”.
Ascolta l’intervista a Rosario Crocetta a cura di Luigi Ambrosio e Gianmarco Bachi
Intervista a Rosario Crocetta, 19 maggio 2016