Negli anni Sessanta e Settanta uno dei prodotti culturali italiani più esportabili all’estero, e in particolare nel Terzo mondo, era lo Spaghetti Western. All’uscita di un cinema di Marsiglia, Orano o Tunisi il primo commento però era dedicato alla bellezza della colonna sonora.
Ma in quegli anni in Italia, Ennio Morricone era abbastanza snobbato dai critici, dai cosiddetti artisti colti e intellettuali. A far riscoprire la sua straordinaria opera sono stati, negli anni Novanta, i giovani dj italiani e stranieri che avevano “remixato” pezzi che hanno fatto la storia del cinema come “C’era una volta il West” e “L’estasi dell’oro”.
E poi ci sono stati gli omaggi di Bruce Springsteen e dei Metallica e le numerose citazioni di Quentin Tarantino che lo adora. Con The Hateful Eight Tarantino ha realizzato un sogno da bambino. Girare un western, in 70 millimetri, con le musiche dell’autore della trilogia di Sergio Leone.
Ritirando il Golden Globe vinto da Morricone, il regista disse: “Per quello che mi riguarda, è il mio compositore preferito. E quando dico ‘compositore preferito’, non voglio dire ‘compositore di colonne sonore’. Parlo di Mozart… Beethoven… Schubert”.
All’inizio c’è stata un po’ di resistenza da parte del Maestro, che non faceva western da 35 anni e stava lavorando sull’ultimo film di Giuseppe Tornatore.
L’avevano convinto la lettura del copione e la grande disponibilità di Tarantino ad accettare l’integrazione nella colonna sonora con alcuni vecchi brani di Morricone mai usati da John Carpenter nel suo film La Cosa.
La rivista Rolling Stone scrive che “il riciclo di queste tracce non utilizzate nel film di Carpenter ha un senso logico, visto che, in qualche modo, The Hateful Eight può essere considerato un discendente diretto de La Cosa, con i suoi set invernali, i suoi personaggi inquietanti, litri e litri di sangue e il protagonista, Kurt Russell”.
Nello stesso articolo, Ennio Morricone spiega alla rivista la ragione che lo ha spinto ad accettare la proposta: “Tarantino è sempre dalla parte del proletariato. Per questo motivo ho pensato che il regista meritasse qualcosa di veramente speciale”.
Questo è Ennio Morricone, un uomo impegnato. Perché non si fanno per caso le colonne sonore de La Battaglia di Algeri, Sacco e Vanzetti, dei film scomodi di Gian Maria Volontè, così come non si porta per caso alle Nazioni Unite “Voci dal silenzio”, il concerto dedicato alle vittime di tutte le stragi: l’11 settembre – cileno e statunitense, la Bosnia, il Ruanda ma anche la stazione di Bologna e Piazza Fontana.
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