Approfondimenti

Cronaca della lunga notte elettorale

ore 08.49: Donald Trump sale sul palco del suo quartier generale di New York. Da pochi minuti ha avuto la certezza di essere il nuovo presidente degli Stati Uniti. “Ho appena ricevuto una telefonata da Hillary Clinton, che si è congratulata con me. Adesso è arrivato il momento di curare le ferite della divisione. Mi impegno di fronte a ogni cittadino di questo Paese a essere il presidente di tutti gli americani”. Queste le sue prime parole da President-Elect.

ore 08.35: Donald Trump strappa ai democratici Pennsylvania (20) e Wisconsin (10). Raggiunge i 278 voti elettorali. E’ il prossimo presidente degli Stati Uniti.

ore 08.20: Questi gli Stati ancora da assegnare, per un totale di 72 voti elettorali:

  • New Hampshire (4)
  • Pennsylvania (20)
  • Michigan (16)
  • Wisconsin (10)
  • Minnesota (10)
  • Arizona (11)
  • Nebraska Congressional District 2 (1)

Trump ne ha già conquistati 248. Gliene mancano 22 per diventare presidente.
Clinton ne ha 218. Gliene mancano 52.

ore 08.15: Trump vince anche l’Alaska (3) e il secondo distretto congressuale del Maine (1) e raggiunge 248 voti elettorali.

Hillary Clinton conserva il Maine (3) ed è ferma a 218 voti elettorali.

ore 08.05: John Podesta, il responsabile della campagna di Hillary Clinton, ha appena detto che “Hillary non ha intenzione di riconoscere la sua sconfitta stanotte (a New York sono le 2 di notte, ndr), perché molti Stati sono ancora incerti”

ore 07.40: Tutti gli occhi puntati sulla Pennsylvania (20 voti elettorali).
Lo spoglio delle schede è al 99%.
Trump 48,9%
Clinton 47,6%

La vittoria di Trump in Pennsylvania è praticamente certa.

ore 07.30: Le operazioni di scrutinio negli Stati ancora contesi sono molto più lunghe del previsto.

Restano da assegnare 79 voti elettorali.

A Hillary Clinton mancano 55 voti elettorali per raggiungere la soglia dei 270. A Donald Trump 26.

Questi gli Stati ancora da assegnare:

  • Maine (3)
  • New Hampshire (4)
  • Pennsylvania (20)
  • Michigan (16)
  • Wisconsin (10)
  • Minnesota (10)
  • Arizona (11)
  • Alaska (3) – sicuramente repubblicano
  • Nebraska Congressional District 2 (1)
  • Maine Congressional District 2 (1)

Se Hillary Clinton perde la Pennsylvania, perde quasi sicuramente le elezioni.

ore 07.00: Le urne hanno chiuso in tutti gli Stati.
Lo spoglio delle schede negli Stati contesi non ancora assegnati sta allungando i tempi per il risultato definitivo. Restano da assegnare 79 voti elettorali.

A Hillary Clinton mancano 55 voti elettorali per raggiungere la soglia dei 270. A Donald Trump 26.

Questi gli Stati ancora da assegnare:

  • Maine (3)
  • New Hampshire (4)
  • Pennsylvania (20)
  • Michigan (16)
  • Wisconsin (10)
  • Minnesota (10)
  • Arizona (11)
  • Alaska (3) sicuramente repubblicano
  • Nebraska Congressional District 2 (1)
  • Maine Congressional District 2 (1)

ore 06.50: Nel frattempo i repubblicani hanno conservato la maggioranza nei due rami del Congresso: Camera dei rappresentanti e Senato.

ore 06.40: Hillary Clinton vince in Nevada (6).
Situazione aggiornata dei voti elettorali: Trump 244 – Clinton 215.
Ne restano da assegnare 79
nei seguenti Stati:

  • Maine (3)
  • New Hampshire (4)
  • Pennsylvania (20)
  • Michigan (16)
  • Wisconsin (10)
  • Minnesota (10)
  • Arizona (11)
  • Alaska (3) – sicuramente repubblicano
  • Nebraska Congressional District 2 (1)
  • Maine Congressional District 2 (1)

ore 06.30: Aggiornamento sui dati reali parziali negli Stati contesi:

Pennsylvania, 95% di schede scrutinate: Trump e Clinton sono pari a 48,2%

Maine, 69% di schede scrutinate: Clinton 48,1% – Trump 45,1%

New Hampshire, 78% di schede scrutinate: Trump 47,9% – Clinton 47,00%

Michigan, 75% di schede scrutinate: Trump 47,8% – Clinton 47,1%

Wisconsin, 85% di schede scrutinate: Trump 49,3% – Clinton 45,5%

Minnesota, 70% di schede scrutinate: Clinton 48,9% – Trump 43,3%

Arizona, 64% di schede scrutinate: Trump 49,4% – Clinton 45,8%

Nevada, 31% di schede scrutinate: Clinton 49,3% – Trump 44,8%

ore 05.50: Situazione aggiornata dei voti elettorali: Trump 244 – Clinton 209.
Nel frattempo Trump ha vinto anche l’Iowa (6) e la Georgia (16).

Restano ancora da assegnare 85 voti elettorali. A Trump ne mancano solo 26 per diventare presidente.

  • Maine (3)
  • New Hampshire (4)
  • Pennsylvania (20)
  • Michigan (16)
  • Wisconsin (10)
  • Minnesota (10)
  • Nevada (6)
  • Arizona (11)
  • Alaska (3) – sicuramente repubblicano
  • Nebraska Congressional District 2 (1)
  • Maine Congressional District 2 (1)

ore 05.40: Trump ha vinto la Florida (29). Era lo Stato totalmente incerto con il maggior numero di voti elettorali in palio.

Clinton ha vinto lo Stato di Washington (12), nessuna sorpresa.

ore 05.33: Trump ha vinto lo Utah (6), Stato tradizionalmente repubblicano.

La situazione aggiornata dei voti elettorali:

Trump 193:  Indiana, Kentucky, West Virginia, Tennessee, Oklahoma, South Carolina, Mississippi, Alabama, North Dakota, South Dakota, Wyoming, Nebraska, Kansas, Texas, Arkansas, Louisiana, Montana, Missouri, Ohio, North Carolina, Idaho, Utah.

Clinton 190: Vermont, Massachusetts, New Jersey, Maryland, Delaware, Rhode Island, District of Columbia, Illinois, New York, Connecticut, New Mexico, California, Hawaii, Colorado, Virginia.

ore 05.15: Aggiornamento sui dati reali parziali negli Stati contesi:

New Hampshire, 56% di schede scrutinate: Trump 49,2% – Clinton 45,04%

Florida, 99% di schede scrutinate: Trump 49,1% – Clinton 47,7%

Michigan, 52% di schede scrutinate: Trump 48,1% – Clinton 46,8%

Wisconsin, 61% di schede scrutinate: Trump 49,1% – Clinton 45,7%

Minnesota, 35% di schede scrutinate: Clinton 50,4% – Trump 41,8%

New Mexico, 63% di schede scrutinate: Clinton 48,8% – Trump 40,2%

Iowa, 32% di schede scrutinate: Clinton 47,4% – Trump 42%

Arizona, 30% di schede scrutinate: Trump 49,2% – Clinto 46%

Nevada, 1% di schede scrutinate: Trump 67,9% – Clinton 26,6%

ore 05.10: Trump ha vinto il North Carolina (15). Era uno Stato totalmente incerto alla vigilia.

ore 05.00: Chiudono le urne in California, Stato di Washington, Alaska, Hawaii e Oregon.

ore 04.55: Gli Stati ancora contesi da tenere d’occhio a questo punto della notte:

  • Wisconsin
  • Pennsylvania
  • Michigan
  • Minnesota
  • North Carolina
  • Florida
  • New Hampshire
  • Iowa
  • Arizona
  • Nevada
  • New Mexico
  • Nebraska (Congressional District 2)
  • Maine (Congressional District 2)

ore 04.50: Hillary Clinton ha vinto il Colorado (9 voti elettorali) e la Virginia (13 voti elettorali).

La situazione aggiornata dei voti elettorali: Trump 168 – Clinton 131

ore 04.30: L’Ohio (18 voti elettorali) è il primo Stato incerto a essere assegnato. Ha vinto Trump.

La situazione aggiornata dei voti elettorali:

Trump 168:  Indiana, Kentucky, West Virginia, Tennessee, Oklahoma, South Carolina, Mississippi, Alabama, North Dakota, South Dakota, Wyoming, Nebraska, Kansas, Texas, Arkansas, Louisiana, Montana, Missouri, Ohio.

Clinton 109: Vermont, Massachusetts, New Jersey, Maryland, Delaware, Rhode Island, District of Columbia, Illinois, New York, Connecticut, New Mexico.

ore 04.05: Situazione aggiornata dei voti elettorali, quando nessuno Stato incerto è ancora stato assegnato:

Trump 140:  Indiana, Kentucky, West Virginia, Tennessee, Oklahoma, South Carolina, Mississippi, Alabama, North Dakota, South Dakota, Wyoming, Nebraska, Kansas, Texas, Arkansas, Louisiana, Montana.

Clinton 104: Vermont, Massachusetts, New Jersey, Maryland, Delaware, Rhode Island, District of Columbia, Illinois, New York, Connecticut.

ore 04.00: Seggi chiusi in Idaho, Montana, Utah (Stati repubblicani); Iowa, Nevada (Stati in bilico); Oregon (Stato democratico).

ore 03.40: Aggiornamento sugli Stati contesi:

New Hampshire, 24% di schede scrutinate: Trump 47,5% – Clinton 47,3%

Virginia, 90 % di schede scrutinate: Trump 47,6% – Clinton 47,3%

North Carolina, 55% di schede scrutinate: Trump 49,9% – Clinton 47,5

Georgia, 45% di schede scrutinate: Trump 58,1% – Clinton 39,2%

Florida, 94% di schede scrutinate: Trump 49,2% – Clinton 47,7%

Ohio, 50% di schede scrutinate: Trump 53,1% – Clinton 42,7%

Michigan, 15% di schede scrutinate: Trump 50,1% – Clinton 44,8%

Wisconsin, 24% di schede scrutinate: Trump 50,2% – Clinton 44,7%

Minnesota, 4% di schede scrutinate: Trump 46,8% – Clinton 45,7%

Missouri, 4% di schede scrutinate: Trump 55,6% – Clinton 40,4%

Colorado, 44% di schede scrutinate: Trump 49,3% – Clinton 43,3%

New Mexico, 33% di schede scrutinate: Trump 53,4% – Clinton 36,4%

ore 03.05: Situazione aggiornata sui voti elettorali:

Trump 123: Indiana, Kentucky, West Virginia, Tennessee, Oklahoma, South Carolina, Mississippi, Alabama, North Dakota, South Dakota, Wyoming, Nebraska, Kansas, Texas.
Clinton 97: Vermont, Massachusetts, New Jersey, Maryland, Delaware, Rhode Island, District of Columbia, Illinois, New York.

ore 03.00: Chiudono le urne in Arizona, Colorado, Minnesota, New Mexico, Wisconsin (Stati incerti);
Louisiana, Nebraska, Wyoming (Stati solidamente repubblicani); New York (Stato sicuramente democratico)

ore 02.55: Tweet di Hillary Clinton: “Questa squadra ha così tanto di cui essere orgogliosa. Qualsiasi cosa succeda stanotte, grazie di tutto”.

ore 02.35: Situazione aggiornata sui voti elettorali:

Trump 66: Indiana, Kentucky, West Virginia, Tennessee, Oklahoma, South Carolina, Mississippi, Alabama.
Clinton 68: Vermont, Massachusetts, New Jersey, Maryland, Delaware, Rhode Island, District of Columbia, Illinois.

Ancora troppe poche schede scrutinate per dichiarare con certezza il vincitore in questi Stati contesi: Florida, Virginia, Georgia, New Hampshire, Ohio, North Carolina, Pennsylvania e Michigan.

ore 02.30: Chiudono le urne in Arkansas.

ore 02.10: Situazione aggiornata sui voti elettorali, in base ai dati reali:

Trump 51: Indiana, Kentucky, West Virginia, Tennessee, Oklahoma, South Carolina.
Clinton 44: Vermont, Massachusetts, New Jersey, Maryland, Delaware.

ore 02.00: Urne chiuse in:
Pennsylvania, Michigan, due Stati contesi.

Connecticut, Delaware, Rhode Island, District of Columbia, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, New Jersey: sono Stati sicuramente democratici.

Alabama, Kansas, Mississippi, Missouri, North Dakota, South Dakota, Oklahoma, Tennessee, Texas: sicuramente repubblicani.

ore 01.50: La South Carolina (9) a Trump (fonte NBC News). E’ uno Stato solidamente repubblicano.
Trump quindi ha 33 voti elettorali, Hillary è ferma a 3.

ore 01.40: Trump ha vinto in West Virginia (5). Tutto previsto.
Al momento Trump ha 24 voti elettorali. Clinton 3.

ore 01.30: Urne chiuse in Ohio, North Carolina, West Virginia e South Carolina.

ore 01.15: Chiusi i seggi anche in Virginia, Florida, Georgia e New Hampshire. Sono quattro Stati contesi. Lo spoglio è solo all’inizio.

ore 01.00: Chiusi i primi seggi. Arrivano i primi dati reali parziali. Per ora nessuna sorpresa.
Indiana (11 voti elettorali) e Kentucky (8) a Donald Trump.
Vermont (3) a Hillary Clinton.

***

Ci siamo. Dall’una di notte (ora italiana) chiudono i primi seggi sulla costa est degli Stati Uniti. Da quel momento questa pagina verrà aggiornata in tempo reale con gli exit polls e le proiezioni dagli Stati contesi e con tutti i risultati definitivi man mano che arrivano, finché non ci sarà il nome del prossimo presidente.

Da mezzanotte, in streaming o sui 107.6 FM, la diretta non stop di Radio Popolare/Popolare Network con tanti ospiti, collegamenti con i nostri inviati e primi commenti a caldo.

Nell’attesa un breve punto della situazione.

Il sistema elettorale. Ogni Stato rappresenta un collegio elettorale maggioritario (le uniche due eccezioni sono Maine e Nebraska che hanno un sistema misto, basato anche sui “Congressional Districts”). A ogni Stato viene assegnato un numero di voti elettorali in proporzione al numero di abitanti e uguale al numero di parlamentari che esprime. I voti elettorali totali in palio sono 538. A un candidato ne servono 270 (la metà +1) per diventare presidente. Salvo le due eccezioni di Maine e Nebraska, il candidato che ottiene più consensi in uno Stato si prende tutti i voti elettorali di quello stesso Stato. In caso, raro ma non impossibile, di parità – 269 a 269 – sarà la Camera dei rappresentanti che si insedia a gennaio a votare a maggioranza il prossimo presidente.

02-electoral-votes-by-state

Questa è la situazione di partenza: gli Stati sicuri al cento per cento per Donald Trump e per Hillary Clinton.

situazione-di-partenza-stati-sicuri

Gli Stati in grigio, ancora da assegnare, si dividono così:

LIKELY DEMOCRAT
Hillary Clinton è favorita nei sondaggi. Se li conquistasse tutti arriverebbe a 268 voti elettorali, due in meno rispetto alla soglia fatidica. Se perdesse anche solo due di questi Stati per lei potrebbe mettersi male:
Pennsylvania 
Virginia
Michigan
Wisconsin
Minnesota
Colorado
New Mexico

LIKELY REPUBLICAN
Georgia
Utah, Stato solidamente conservatore, che assegna 6 voti elettorali. Quest’anno però c’è un’incognita che si chiama Evan McMullin, un candidato indipendente che può mettere in difficoltà Trump, altrimenti destinato a una vittoria certa. McMullin ha lavorato per la Cia, poi per Goldman Sachs ed è stato iscritto al Partito repubblicano, ricoprendo anche incarichi pubblici. Ma soprattutto è di fede mormone, come la stragrande maggioranza degli abitanti dello Utah. Probabilmente non sarà lui a vincere (nessun candidato indipendente ha mai vinto in uno Stato dal 1968), ma può sottrarre voti, soprattutto tra i conservatori moderati, a Donald Trump. E comunque nulla è scontato.

BATTLEGROUND STATES
Qui il margine tra i due candidati è così ridotto da non poter fare previsioni certe. Saranno uno o più tra questi Stati contesi a essere decisivi per il prossimo presidente:

Florida
North Carolina
New Hampshire
Ohio
Iowa
Arizona
Nevada
Nebraska – Congressional District 2
Maine – Congressional District 2

 

Dal sito FiveThirtyEight: le previsioni dei margini di vittoria negli Stati non sicuri
Dal sito FiveThirtyEight: le previsioni dei margini di vittoria negli Stati non sicuri
  • Autore articolo
    Valentina Redaelli
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    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 16, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 20-04-2025

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    Ricordi d'archivio di domenica 20/04/2025

    Da tempo pensavo a un nuovo programma, senza rendermi conto che lo avevo già: un archivio dei miei incontri musicali degli ultimi 46 anni, salvati su supporti magnetici e hard disk. Un archivio parlato, "Ricordi d'archivio", da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni. Ogni puntata presenta una conversazione musicale con figure come Canino, Abbado, Battiato e altri. Un archivio vivo che racconta il passato e si arricchisce nel presente. Buon ascolto. (Claudio Ricordi, settembre 2022).

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    Speciale Podcast Ho detto R1PUD1A - secondo episodio

    “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Secondo episodio: La guerra non è popolare. L’Europa si riarma con 800 miliardi. In questi anni aveva già raddoppiato la propria quota di spese militarti, soprattutto comprando dagli Stati Uniti. Lo faremo di più, visto che Trump disinvestirà dalla Nato e dall’Europa. E’ la “fine delle illusioni”, come dice Von der Leyen, di essere garantiti dalla pace, perché d’ora in poi bisognerà usare la forza. E intanto si educa la popolazione con manuali che dicono: “In caso di guerra…”. La propaganda è altissima perché non c’è nulla di più antipopolare e antidemocratico della guerra e la militarizzazione d’Europa è tutta sulle spalle dei suoi cittadini. Con Michele Paschetto di EMERGENCY vi racconteremo come in Afghanistan in più di venti anni di guerre le cure abbiamo svolto un ruolo straordinario di mediatore. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

    Gli speciali - 20-04-2025

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    Speciale Podcast Ho detto R1PUD1A - primo episodio

    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

    Gli speciali - 20-04-2025

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    La Pillola va giù di domenica 20/04/2025

    Una trasmissione settimanale  a cura di Anaïs Poirot-Gorse con in regia Nicola Mogno. Una trasmissione nata su Shareradio, webradio metropolitana milanese che cerca di ridare un spazio di parola a tutti i ragazzi dei centri di aggregazione giovanili di Milano con cui svolgiamo regolarmente laboratori radiofonici.

    La Pillola va giù - 20-04-2025

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    C'è Di Buono: Max Casacci racconta Eartphonia III: Through the grapevine

    Anche in questa puntata parliamo di qualcosa che ha a che fare con la cultura enogastronomica, ma anche, molto, con la musica. Per la prima volta il caro Max Casacci (già colonna dei Subsonica) è stato ospite di un nostro programma non prettamente musicale, per raccontare il terzo episodio del suo progetto "Eartphonia", che lo ha portato in Franciacorta per "Through the grapevine", realizzato con i suoni del vino; suoni e rumori catturati nelle cantine dell'azienda vitivinicola Bersi Serlini Franciacorta. A cura di Niccolò Vecchia

    C’è di buono - 20-04-2025

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