Seggi aperti a partire dalle 9 di oggi per le elezioni presidenziali in Egitto. I cittadini sono chiamati al voto da qui ai prossimi due giorni per scegliere il nuovo p ad eleggere il nuovo Presidente che, senza alcun colpo di scena, sarà ancora una volta il generale Abd al-Fattah al-Sisi.
L’unica incognita di queste elezioni, infatti, sarà la percentuale dell’affluenza alle urne. Gli aventi diritto al voto – 60 milioni dei quasi 100 milioni di abitanti – avranno tre giorni di tempo per presentarsi alle urne ed esprimere la propria preferenza.
Al-Sisi ha un solo sfidante di comodo, un suo ammiratore, Moussa Mostafa, capo del partito El-Ghad. Tutti gli altri sfidanti di peso si sono ritirati oppure sono stati arrestati nel corso degli ultimi mesi.
L’Egitto dopo la rivoluzione del 2011
A 7 anni dalle straordinarie mobilitazioni di piazza Tahrir la situazione egiziana è Il rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, democratico e di sicurezza, con oltre 60 mila oppositori politici e difensori dei diritti umani finiti in prigione, inclusi molti attivisti dei moti del 25 gennaio 2011.
Nella penisola del Sinai il terrorismo del Daesh non è stato debellato e la situazione economica è in coma profondo con un vertiginoso aumento dei prezzi per un’inflazione che tocca il 30%.
Molti egiziani sono delusi e rassegnati e intendono disertare le urne. Nel 2014, quando Al-Sisi fu eletto col 96,91% delle preferenze, si era presentato a votare solo il 47.5% degli aventi diritto.
L’ironia del popolo egiziano è scesa in campo chiamando Mostafa la comparsa e Al Sisi l’eterno, unico ed irripetibile.
Dal nostro corrispondente in Egitto Farid Adly.