Cambiano le bandiere nei municipi milanesi dove, fino a domenica 5, il centrosinistra governava indiscusso. I risultati delle urne disegnano, ora, una nuova geografia del potere cittadino e su nove zone, il centrodestra ne ha conquistate ben cinque.
Localmente Mosso RSVP, che dal giorno dopo ha seguito i risultati, ogni mattina intervista il candidato del centrosinistra, vincente o perdente, per capire cosa è successo al potere dell’onda arancione, quella che nel 2011 aveva travolto tutti.
Oggi è la volta di Simone Zambelli, neo presidente confermato del municipio 8, quello tra Fiera, Gallaratese e Quarto Oggiaro. Con il 42,57 per cento, Zambelli ha sconfitto Igor Giancarlo Iezzi del centrodestra conquistando il titolo di presidente più votato di tutta la città.
“I cittadini di zona 8 hanno apprezzato che la maggioranza ci ha sempre messo la faccia”, ha detto Zambelli al microfono di Massimo Bacchetta. “Non abbiamo mai negato i conflitti ma li abbiamo affrontati e siamo andati a parlare direttamente con i cittadini. Siamo stati sempre in prima linea sulle questioni più spinose, come la moschea, l’edilizia scolastica, gli alberi di via MacMahon, e spesso siamo andati anche contro l’amministrazione comunale. Questo ha dimostrato ai cittadini che siamo stati davvero dalla loro parte”.
Alla vittoria, però, ha contribuito anche la scelta di fare un’alleanza più larga rispetto alla coalizione che sostiene Beppe Sala. Nel municipio 8, infatti, i radicali anche hanno appoggiato il centrosinistra e hanno contribuito all’elezione del presidente con quei voti che hanno consentito di avere un distacco importante dal centrodestra. “Abbiamo lavorato molto bene in questi in cinque anni ma che fosse difficile comunicare le iniziative è vero – ha ammesso anche Zambelli – perché si è schiacciati dal comune e i media non riprendano le piccole opere dei consigli di zona”.
Nonostante il successo, comunque, anche nel municipio 8 mancano all’appello circa diecimila elettori rispetto al 2011 e Zambelli è convinto che abbiano influito questioni cittadine, ma anche nazionali, con quella disaffezione alla politica che ha accomunato tutto il Paese. “Resto convinto che la partecipazione sia l’unico modo per governare: ascoltare, prendere insieme le decisioni. Ma certo, ci sono margini di miglioramento, vanno trovati nuovi metodi di coinvolgimento”
Ascolta qui l’intervista integrale a Simone Zambelli a cura di Massimo Bacchetta