Le elezioni di ieri in Baviera hanno portato un discreto scossone nel panorama politico di questo ricco Land del sud della Germania. Dominato per decenni dalla CSU, che ha subito netto calo, fermandosi poco sopra il 37% e perdendo anche la maggioranza assoluta.
Nell’analizzare il voto iniziamo dai Verdi. Ora seconda forza politica e in un certo senso i vincitori di queste elezioni. Con temi come ambiente ed agricoltura biologica, democrazia liberale ed europeismo; tolleranza, accoglienza, e ancora politiche sociali, femminismo ed antifascismo sono saliti fin quasi al 18% – la volta scorsa non erano neanche arrivati in doppia cifra. Alla base dello storico risultato ci sono slogan come “Dare coraggio invece che creare paura”, il contrapporre l'”Europa unita” a “Prima la Baviera”. E due candidati di punta, lo “Spitzenduo”, come viene chiamato, Katharina Schulze e Ludwig Hartmann – giovani, spigliati, lei in particolare una vera trascinatrice.
I Verdi hanno saputo parlare al centro. E ai cattolici, citando valori cristiani come l’amore per il prossimo. E secondo le analisi dei flussi elettorali, circa 190 mila voti si sono spostati dalla CSU ai Gruene – elettori scontenti per l’uso “identitario” del crocefisso da parte dei cristiano sociali e anche per la loro linea troppo dura, e la troppa insistenza, sui profughi. 230 mila, invece, coloro i quali stavolta hanno messo la crocetta sul simbolo dei Verti invece che della SPD – socialdemocratici crollati sotto il 10% e ritenuti debole anche su temi tradizionalmente propri cavalli di battaglia.
La domanda che ci si pone in queste ore è: tenteranno ora i Verdi un accordo di coalizione con la CSU oppure andranno all’opposizione? La gente, hanno detto i due leader verdi, ha voglia di cambiamento e questo desiderio non si può ignorare. Il partito è pronti ad assumere responsabilità nei confronti della Baviera ma non a qualunque prezzo e solo se i contenuti saranno in linea con i propri.
La CSU, obbligata, per continuare a governare, ad accordarsi con altri, in realtà preferirebbe piuttosto un’alleanza con i Freien Waehler – formazione locale che sui contenuti è molto vicina ai cristiano sociali. E che si è già proposta, insistentemente, come partner. La CSU vuole iniziare i colloqui già mercoledì. Ed ha ri-nominato, all’unanimità, Markus Soeder per la funzione di presidente regionale. Nella squadra per i negoziati ci sarà anche Horst Seehofer, il leader del partito e ministro dell’Interno. È la sua testa quella che viene chiesta con maggiore insistenza. Ma lui per ora resta.
Tra le spiegazioni che vengono date per il crollo della CSU c’è, oltre agli scontri interni, l’aver scelto temi per così dire sbagliati. Come l’immigrazione, su cui il partito ha spinto molto. Ma che solo un terzo degli elettori bavaresi considera prioritario – mentre in testa alla lista ci sono istruzione, casa (con il problema degli alti prezzi degli alloggi) e ambiente.
Migranti sono stati l’argomento principale della destra radicale, l’Alternativa per la Germania, che entra anche in questo Landtag con il 10%, raccogliendo consensi tra chi generalmente non vota ed elettori di altri partiti – compresi 160 mila voti della CSU. Che ha provato ad inseguirla sul suo terreno proprio per evitare questo. Timori che, a guardare i risultati, si sono invece trasformati in realtà.