La coalizione europeista all’Europarlamento regge. Ma è più fragile nonostante il buon risultato del partito popolare che si conferma la forza più grande e guadagna 8 seggi. L’alleanza con Socialisti e Liberali ha i numeri. Anche se i Liberali perdono 22 seggi a causa soprattutto del crollo in Francia. I Socialisti sono stabili. La maggioranza comunque c’è, i numeri ci sono. Il problema è la forza politica che subisce un colpo doppio: i due maggior enti della coalizione Ursula, Macron e Scholz escono con le ossa rotte da queste elezioni. E le Destre comunque aumentano nei seggi e nell’influenza. Ursula Von der Leyen – che vuole il secondo mandato ed è la candidata Popolare – ha detto questa notte che i Popolari saranno un argine agli estremisti di destra e di sinistra: una frase infelice, dato che di estremisti di sinistra non se ne vedono, mentre l’estrema destra diventa secondo partito nella sua Germania, governa in Italia e si prepara a farlo in Francia. Ma quella frase vuol dire: io non ho preclusioni a trattare con tutti, a patto che non siano estremisti. E quindi neanche con i Conservatori dell’Ecr di Giorgia Meloni che da mesi si sta dando una veste più istituzionale in Europa. È vero, sulla carta la coalizione potrebbe allargarsi ai Verdi. Ma sembra difficile non tenere conto dell’aria che emerge dalle urne. E allora se una trattativa ci sarà è più probabile che sia con alcune – se non con tutte – le componenti dei partiti di destra. Non si tratta solo di alchimie politiche. Un’ Europa che guarda a Destra è un’Europa che vedremo all’opera quando ci saranno decisioni da prendere su ambiente, diritti, lavoro, immigrazione. Da oggi si tratta, si prendono misure, si pesano i rapporti e le convenienze. Qui a Bruxelles lunedì prossimo arrivano i capi dei governi, per il primo summit dopo le elezioni.
Elezioni europee, la coalizione europeista resiste, ma la destra avanza
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Autore articolo
Alessandro Principe