Certo non c’è Milano, ma ci sono realtà importanti e, a seconda di come andranno le elezioni, ci potrebbero anche essere alcuni spunti interessanti che vanno oltre la semplice realtà amministrativa.
Da un lato si vedrà la tenuta, al di fuori dei grandi comuni capoluogo, quasi tutti appannaggio ormai del centrosinistra, della coalizione Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia, che governa moltissimi comuni minori, e grazie a quei voti riesce a tenere la guida della Regione. Dall’altro lato, sempre in vista delle elezioni regionali del prossimo anno, si potrà valutare l’efficacia della coalizione di centrosinistra allargata al Movimento5stelle, che in alcune realtà si presenta per la prima volta, mentre in altre non è riuscita a concretizzarsi.
Partiamo dai numeri: sono tre i capoluoghi di provincia lombardi al voto e complessivamente 128 comuni, di cui 27 con più di 15mila abitanti, quindi con possibilità di ballottaggio il 26 giugno. I tre capoluoghi che vanno al rinnovo di sindaco e consiglio comunale sono Monza, Lodi e Como. Tutti e tre amministrati al momento dal centrodestra, che ha quindi tutto da perdere in caso di sconfitta, poco da rallegrarsi in caso di vittoria, visto che sarebbe una semplice, si fa per dire, riconferma.
A Monza c’è la scaramanzia che gioca a favore del centrosinistra, visto che non è mai successo che un sindaco uscente sia riuscito a riconfermarsi dopo i primi cinque anni di governo. A Lodi il centrosinistra gioca tutto sul rinnovamento, e candida un giovanissimo, Andrea Furegato, che vede un’ampissima coalizione a suo sostegno. A Como il centrosinistra candida Barbara Minghetti, il centrodestra punta su Giordano Molteni, dopo aver scaricato il sindaco uscente Mario Landriscina, che avrebbe pensato a lungo di ricandidarsi come indipendente, ma che alla fine, anche se non ha ancora ufficializzato la sua decisione, abbandonerà la competizione elettorale.
E poi c’è Sesto san Giovanni, persa cinque anni fa per la prima volta dal dopoguerra, e governata malissimo dal sindaco, destro che più destro non si può, Roberto Di Stefano. Qui il centrosinistra prova la simbolica riconquista, e si affida a Michele Foggetta, che ha vinto le primarie di coalizione, da sinistra.