Si chiamano Any Other e sono una delle novità più interessanti uscite in Italia quest’anno. La principale responsabile di tutto questo si chiama Adele Nigro, autrice delle canzoni del disco d’esordio Silently. Quietly. Going away., oltre che chitarra e voce del gruppo. L’avevamo incrociata l’anno scorso in un’altra formazione, quella che si chiamava Lovecats e che la vedeva in duo con Cecilia Grandi.
Una volta terminata quell’esperienza, Adele ha deciso di proseguire sulla propria strada, coinvolgendo Erica Lonardi e Marco Giudici, alla batteria e al basso. “Io e Adele ci eravamo conosciuti qualche mese prima, ma quasi per caso”, racconta Marco. “Noi due invece ci eravamo conosciute al liceo”, aggiunge Erica. “Era da tempo che la tartassavo perché suonasse con me – conclude la storia Adele – e finalmente ci sono riuscita”. Prima Erica doveva fare la maturità.
Sì, perché una delle caratteristiche più sorprendenti degli Any Other (soprattutto in questo paese di finti giovani) è l’età. Adele ha 21 anni, Erica 19 anni, Marco 24. Chiaramente poi la cosa più importante è che siano bravi, e l’hanno ampiamente dimostrato nel loro album e anche in questo bel minilive nei nostri studi, che li presenta in una versione acustica (ha suonato e cantato la sola Adele). Sul disco li potrete invece apprezzare nella loro veste più elettrica e rock, e ne varrà la pena.
Adele è anche molto consapevole del proprio ruolo, lo si coglie chiedendole come e quanto sia stata ispirata e influenzata da altre artiste donne e quanto le interessi rappresentare un approccio femminile alla musica: “E’ una questione delicata, il rischio di porsi come delle ‘ragazze che suonano’ è di finire per auto-ghettizzarsi, però ci tengo sempre a mettere in luce come sia io che Erica siamo di sesso femminile, ma abbiamo le stesse capacità e possibilità di riuscita di un uomo, anche in questo campo. Dovrebbe essere un’ovvietà, ma purtroppo non è così”.
Nelle sue canzoni Adele parla sempre (o quasi) di cose che la riguardano da vicino: “Quando scrivo un testo lo faccio principalmente per me, perché serve a me. Non è nemmeno detto che mi senta bene nel farlo, ma è ugualmente importante. A parte un pezzo, che ho finito dieci giorni prima di entrare in studio, queste canzoni sono nate nel corso degli ultimi due anni e raccontano tutte delle mie esperienze personali”.
Recentemente gli Any Other sono stati anche chiamati ad aprire il concerto milanese dei Built To Spill, una band (di culto) che amano moltissimo. Noi siamo pronti a scommettere che sarà solo una delle soddisfazioni che questi tre giovani&bravi riusciranno a togliersi.
Per ascoltare per intero l’intervista e il minilive con gli Any Other cliccate sul play qui sotto