Due settimane di virus. Pur nell’incertezza generale, qualche tassello va al suo posto.
La situazione è seria. I primi provvedimenti presi evidentemente non erano così fuori misura. Fuori misura è semmai la schizofrenia che va avanti da giorni, tra panico e minimizzazione. Il virus circola, nemmeno gli scienziati sanno ancora se le misure per contenerlo bastino.
In gioco c’è la salute pubblica. La paralisi economica accompagna il virus, ma non viene prima, come sembrava fino a qualche giorno fa quando anche il Calcio si permetteva di litigare sul campionato falsato. Il governo le corre dietro cercando misure. I conti saranno pesanti, ma fatalmente dopo.
Anche il problema dell’estero impaurito dall’Italia scende, perché tutti adesso giorno dopo giorno ne sono coinvolti. Gli appuntamenti saltano ovunque.
Le istituzioni, in due settimane, hanno cercato di ritrovare la rotta. Conte ha tolto il golfino blu da Capo della Protezione Civile ed è tornato a Palazzo Chigi.
Ieri ha parlato anche Mattarella. Un discorso obbligato alla Nazione per dare fiducia e chiedere unità e fiducia collettiva in chi decide, anche alle opposizioni che ancora ieri davano a Conte del criminale, e all’informazione. Un discorso da “Stato di Eccezione” che in altre occasioni potrebbe anche un po’ preoccupare.
Ma la situazione è questa. Con le scuole chiuse, la vita che cambia e l’Italia globale sospesa, aggrappata al suo sistema sanitario pubblico che fa il possibile, ma oggi rischia il collasso. Dopo che per anni è stato allegramente e colpevolmente indebolito.