“La cattedrale di Santa Maria a Norcia non c’è più, la bellissima basilica di San Benedetto, patrono d’Europa, a Norcia, non esiste più, la chiesa della Madonna Addolorata a Norcia è un cumulo di macerie”.
E’ un elenco lunghissimo quello dei beni artistici e religiosi che si sono sbriciolati alle 7.40 del 30 ottobre, a seguito della scossa di terremoto di magnitudo 6.5 con epicentro tra Castelsantangelo sul Nera, Norcia e Preci.
Francesco Carlini, giornalista e portavoce della diocesi di Spoleto e Norcia, fa una prima mappatura di quanto è andato perduto. E’ solo una prima ricognizione, perché quell’area è tanto densa di arte che raggiungere e verificare i crolli in tutte le frazioni sarà un lavoro lungo.
“L’abbazia di Sant’Eutizio, culla del monachesimo occidentale, che Benedetto frequentava da giovane, non c’è più. Tantissime altre chiese della valle Castoriana e Campiana nei comuni di Preci e di Norcia non esistono più. I danni sono veramente ingenti. Dopo il terremoto del 24 agosto erano 182 gli edifici di proprietà ecclesiastica seriamente danneggiati, ora molti di questi non ci sono più e il numero potrebbe aumentare” – racconta Carlini.
Matteo Renzi ha promesso: “Ricostruiremo tutto: case, chiese, tutto”. Ma sarà possibile? Il governo dovrà negoziare con la Commissione Europea lo sforamento dei vincoli di bilancio, che dopo la nuova scossa dovrà essere più ingente.
Ma considerando la vastità dei danni e le difficoltà tecniche, sarà possibile ricostruire?
“In alcuni casi è complicato” – risponde Francesco Carlini. “Pensiamo alla bellissima chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, di cui non è rimasto praticamente nulla. Della basilica di San Benedetto è rimasta in piedi la facciata, si vedrà come poter procedere, ma in alcuni casi è veramente complicato. E poi soprattutto è andato perduto un preziosissimo patrimonio di Fede, prima ancora che di arte”.
Ascolta l’intervista a Francesco Carlini