Approfondimenti

Goro rifiuta la colpa: “Dovevano avvisarci”

Il sindaco giustifica, comprende, spiega.“Non condanno”.

Il sindaco è in una situazione difficile:

“Vivo a Goro e intendo restarci, non è vero quello che ha scritto la Tv. Io non mi vergogno. Lo ha detto qualcun altro non io”.

Il sindaco è preoccupato:

“Dovremo fare un esame di coscienza e lavorare assieme e uscire da questa impasse di un’immagine che non rispecchia lavoro fatica impegno determinazione della nostra gente”.

Il sindaco non insiste sul fatto che si trattasse di dodici donne e otto bambini. Sarebbe stato più complicato affermare “non condanno”. Ci pensa Dario, pescatore, maglietta attillata, muscoli prominenti, tatuaggi. Si alza, parla per metà in italiano e per metà nel dialetto che qui è un emiliano che confluisce nel veneto, come il fiume che si allarga nel delta e lentamente entra nel mare:

“I signori giornalisti l’hanno vista la corriera? Li hanno visti donne e bambini, chi c’era sopra? Noi no”.

Non si ha alcuna ragione quando si ergono barricate per fermare 12 donne e 8 bambini. Le comunità di Goro e Gorino -sono loro che si definiscono con questo termine altrove desueto, comunità- affollano la sala del consiglio comunale di Goro per una assemblea che è un rito collettivo. Un rito psicologico.

Il peso della colpa collettiva è troppo grande. Il ministro dell’Interno ha detto che questa non è Italia. La diocesi di Ferrara li ha sferzati: “notte ripugnante”. “Dove sono i preti a Gorino?” urla quasi in lacrime una donna, e tutti applaudono.

Una risata vi libererà. Quando Dario risponde al ministro: “non siamo Italia? Magari!” la tensione si scioglie in una risata e in un altro applauso prorompente.

L’assemblea è un rito collettivo e le telecamere, i microfoni, i taccuini dei giornalisti sembrano, agli abitanti di Goro e di Gorino, tanti inquisitori che hanno già emesso la sentenza: razzisti. Ma nessuno cede. Non siamo razzisti. Non ci hanno avvisato prima. Se ci avvisavano prima era diverso. Ma così no.

Chi ha fatto le barricate?

“Gente normale. Se ci coinvolgevano non succedeva”.

Goro e Gorino sono lontani da tutto. La città, Ferrara, è a 70 chilometri e in mezzo sono campagna e delta del Po. Il fiume scorre più alto del terreno. E’ fisicamente sopra le teste delle persone. Contenuto dall’argine maestro a pochi metri in linea d’aria dalla sala dell’assemblea. La strada per arrivare a Goro è infame: per un tratto una quattro corsie piena di buche e rattoppi, poi la Romea che è un delirio di autotreni e poi viottoli.

“Ci metti un’ora e mezza ad arrivare a Ferrara. Se non trovi i trattori”.

Con la nebbia, sembra una strada verso il nulla. Road to nowhere. Il fiume, i trattori con le ruote alte e strette per stare nei terreni paludosi, i filari di pioppi e i filari di pali del telefono piegati dal vento. Sarebbe troppo facile e banale cadere nella tentazione di farsi suggestionare da paralleli con l’immaginario della letteratura e dei film americani. Non è il Mississippi, è l’Italia del 2016.

“Questa è Emilia, abbiamo una tradizione, qui non c’è il razzismo, qui non si può usare la parola fascismo” è l’orgoglio di un uomo che ha assistito all’assemblea.

Le facce da pescatore. Colore bruno da abbronzatura, quella che si prende al largo. Uomini con meno di quarant’anni che portano in viso rughe profonde, taglienti, interminabili che solcano le fronti, le guance. Aveva un taglio lungo il viso, come una specie di sorriso. Ma non c’è la poesia. C’è la fatica.

“Una volta ci alzavamo all’una di notte e stavamo in mare fino alle sei di sera. Ora si lavora un po’ meno”.

Goro e Gorino sono la punta estrema del delta e vivono di pesca e di turismo. Oggi sono lontani da tutto anche psicologicamente. Se ci avvisavano. Sì ma non erano solo donne e bambini. Dovremo discutere tra di noi di quello che è successo.

Si cerca la via di fuga dalla colpa.

“Il fango che ci buttano addosso non lorda nemmeno la punta delle mie scarpe” scandisce con voce profonda il presidente di una cooperativa di pescatori che è stato tra coloro che hanno alzano le barricate sfidando dodici donne, otto bambini e la Polizia che li accompagnava. L’applauso è potente. “Come parla bene”.

“Non siamo abituati a gente di fuori, siamo un po’ guardinghi ma siamo gente buona, c’è molto volontariato” aggiunge una donna e sono ancora applausi e applausi.

“Noi qui siamo poveri, ci sono due bar che si riempiono quattro giorni dopo che la gente ha preso la busta, lo stipendio e poi basta, finito”.

Qualcuno, ai margini dell’assemblea, ha un tono diverso:

“Arrivano le donne e i bambini e poi si portano gli uomini. Lo sappiamo che sono diversi da noi, hanno un’altra cultura, sono pericolosi”.

Alla fine, la comunità scende le scale del Comune e i corpi e le menti sono più leggeri di quando le hanno salite. Il rito collettivo ha allontanato da sé la colpa e la vergogna. Ci sono perfino sorrisi per i giornalisti.

“Io sono un pescatore, non siamo razzisti, avevamo paura, la gente che ha fatto le barricate è gente del paese, pescatori come me”.

Che paura ti fanno, a te personalmente, dodici donne e otto bambini?

“Nessuna paura, volevamo solo saperlo prima”.

Si spengono i fari delle telecamere e andando via il delta, con la sera, impone un’esperienza che in città non si conosce più. Il buio. Totale, avvolgente. Silenzioso. E la strada infame da percorrere un’altra volta. Un’ora e mezza a Ferrara, se non trovi i trattori.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 17/01 12:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 17-01-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 17/01 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 17-01-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 17/01/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 17-01-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 17/01/2025 delle 07:14

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 17-01-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Musica leggerissima di venerdì 17/01/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 17-01-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di venerdì 17/01/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 17-01-2025

  • PlayStop

    Cult di venerdì 17/01/2025

    Oggi a Cult: la 2° edizione di "Mi prendo il mondo", la rassegna di eventi culturali organizzata da "Direzione Futura" per il Salone del Libro a Parma; alla Fondazione ICA di Milano la mostra "Lonely are All Bridges. Birgit Jurgenssen e Cinzia Ruggeri"; a Brascia l'edizione 2025 del festival cinematografico AfroBrix la rubrica di fumetti a cura di Antonio Serra...

    Cult - 17-01-2025

  • PlayStop

    37e2 di venerdì 17/01/2025

    Se non è febbre, quasi. 37 e 2 è la trasmissione dedicata ai temi della sanità, dell’invalidità e della non autosufficienza. Dalle storie di vita reale ai suggerimenti su come sopravvivere nei meandri della burocrazia. Conducono Vittorio Agnoletto e Elena Mordiglia.

    37 e 2 - 17-01-2025

  • PlayStop

    SIMONE LANZA - L'ATTENZIONE CONTESA

    SIMONE LANZA - L'ATTENZIONE CONTESA - presentato da Elena Mordiglia

    Note dell’autore - 17-01-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di venerdì 17/01/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi ai microfoni di Radio Popolare. Condotta da Massimo Bacchetta, a cura di Massimo Alberti

    Tutto scorre - 17-01-2025

  • PlayStop

    Il giorno delle locuste di venerdì 17/01/2025

    Le locuste arrivano come orde, mangiano tutto quello che trovano sul loro cammino e lasciano solo desertificazione e povertà. Gianmarco Bachi e Andrea Di Stefano si addentrano nei meandri della finanza cercando di svelare paradisi fiscali, truffe e giochi borsistici in Italia e all’estero. Una cronaca diversa dell’economia e della finanza nell’era della globalizzazione e del mercato come icona assoluta.

    Il giorno delle locuste - 17-01-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di venerdì 17/01/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 17-01-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di venerdì 17/01/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 17-01-2025

Adesso in diretta