Il 13 dicembre è scomparso un grande della fotografia. Mario Dondero è stato una delle più grandi e originali figure del fotogiornalismo.
Giovane partigiano nella Val d’Ossola, si è avvicinato al giornalismo prima scritto e poi fotografico. Legato al gruppo del Bar Giamaica negli anni ’50, fucina di idee e punto d’incontro a Milano per artisti e intellettuali. Lavora per le maggiori testate: L’Avanti, L’Unità, Milano Sera, Le Ore.
Da Parigi collabora con L’Espresso, Illustrazione Italiana, Le Monde, e altre testate prestigiose. Frequenta e fotografa scrittori e intellettuali francesi: una delle sue foto più celebri è quella del gruppo degli scrittori del Nouveau Roman scattta a Parigi nell’ottobre del ’59, tra loro c’e’ Samuel Beckett, che spesso sfuggiva agli scatti dei fotografi.
Mario Dondero – colto e libero – fotografava i grandi intellettuali, ma era soprattutto dalla parte degli umili. Collabora infatti con riviste come Jeune Afrique, Afrique-Asie e Demaine l’Afrique. Numerose e bellissime sono le foto scattate ai lavoratori, immagini che rivelano tutta la sua umanità e le sue convinzioni di sinistra che lo portarono anche a pubblicare sul quotidiano Il manifesto e sul settimanale Diario diretto da Enrico Deaglio.
Con lui scompare un grande fotografo e un grande uomo, il fotografo Uliano Lucas suo grande amico lo ricorda così.
Ascolta l’intervista