“Il matto è la conseguenza della comunità: quando la comunità è forte, c’è vita in piazza, la gente si frequente, ci si conosce…allora il matto non è un emarginato, è una figura centrale del quartiere o del paese. In questo senso, per capire se una comunità sta bene, bisogna guardare come tratta i suoi matti”.
Questa è la scoperta più importante fatta finora dal Collettivo FX, in un viaggio che lo sta portando in giro per l’Italia alla ricerca dei “matti”, per un progetto dal nome quanto mai azzeccato: “Dietro ogni matto c’è un villaggio”, per rendere omaggio ai personaggi che colorano di pazzia le nostre città, dedicando loro un murales.
Il tour è iniziato il 5 novembre da Bolzano e durerà quasi un mese: il Collettivo, che arriva da Reggio Emilia, è composto da street artists e educatori sociali, e, tappa dopo tappa, arriverà in Sicilia verso la fine di novembre. L’imprecisione è d’obbligo, in un viaggio alla ricerca di matti!
Oderzo, Modena, Cesena, Roma, Teramo, Napoli: tante le storie che il collettivo sta immortalando sui muri delle nostre città. Per esempio quella di Genesis, a Mantova: orfano, neanche 40 anni, con problemi mentali, di origine brasiliana, faceva il musicista in centro città, suonando sotto i portici e ricevendo monete, qualche parola buona, tanti sorrisi. Quando è morto, a fine ottobre, la città, che lo aveva adottato, si è stretta nel lutto. Il Collettivo FX ha permesso a tutti i cittadini di partecipare all’opera che gli ha dedicato: chiunque ha potuto lasciare il suo personale messaggio a Genesis.
Come ha raccontato a Periferie uno dei membri del Collettivo FX (che preferisce restare anonimo): “Attraverso queste storie e il rapporto tra le comunità e i loro “matti”, il nostro obiettivo è quello di riflettere su come stiamo noi, che ci consideriamo normali”.
Nella puntata di Periferie del 19 novembre il racconto del viaggio di “Dietro ogni matto c’è un villaggio”.
19nov matti e villaggi