In una delle prime vignette del suo ultimo manga pubblicato in Italia, la giapponese Kabi Nagata si presenta così: “Sono giunta alla conclusione che sono un’autrice che scrive principalmente autobiografie, ho cominciato con la mia esperienza con escort donne… fino ad arrivare a come mi sono ammalata di pancreatite acuta per il troppo bere.”
Laconica e sottilmente ironica, quest’auto introduzione sintetizza lo spirito della trentacinquenne e del modo in cui racconta la sua vita. Con una certa ingenuità ma senza nascondere nulla delle sue esperienze peggiori: dalla solitudine e l’ansia sociale – che per una giapponese queer con molte insicurezze non è esattamente una passeggiata – fino alla depressione e all’alcolismo. In questo graphic novel, il quarto da quando nel 2016 ha pubblicato un libro sulle sue prime esperienze sessuali a 28 anni, affronta il tema delle relazioni sentimentali: cosa vuol dire amare ed essere amati? “Come cavolo riesce la gente a fidanzarsi e poi addirittura a sposarsi?” È possibile essere felici, anche rimanendo soli?
Più leggero dei suoi romanzi precedenti, “Diario di una guerriera single, il mio matrimonio con me stessa” tocca delle tematiche molto attuali. Come l’educazione sentimentale, la sensazione di sentirsi in dovere di fare e crescere un figlio, come fosse un obbligo sociale, ma anche la questione dell’identità di genere. Lo fa offrendo contemporaneamente al lettore uno spaccato della società giapponese, a cui ci avvicinano e da cui ci separano tantissime cose. Non sono sicura, in effetti, che in Italia si possa ricreare un servizio fotografico in abito da sposa, anche solo per capire l’effetto che fa, come fa l’autrice.
Va detto che il tono del libro può essere a tratti un po’ snervante, perché la protagonista ha spesso delle reazioni che sembrano spropositate o un po’ adolescenziali, evidenziate dallo stile grafico di Kabi Nagata. In realtà, non è difficile immaginare una giapponese in carne e ossa avere davvero quel tipo di atteggiamento cartoonistico, che è poi anche un espediente per aiutare il lettore a digerire i momenti più sgradevoli dell’autobiografia. Uno su tutti il ricordo di un episodio di molestie subito da bambina. Come il tono, anche lo stile, che richiama quello “chibi”, una parola che letteralmente significa bambino piccolo, e certi disegni “kawaii”, cioè carini, pucciosi, aiuta a creare questa patina ironica che pervade il racconto, persino nei momenti più seri, orribili o disturbanti.
Un graphic novel per sorridere un po’, e per riflettere a come sia difficile relazionarsi con gli altri e accettare sé stessi. Senza farsi tentare dall’idealizzazione dell’amore o dal suo netto rifiuto.
Diario di una guerriera single, il mio matrimonio con me stessa.
Di Kabi Nagata, traduzione di Carlotta Spiga. 128 pagine a colori, Edizioni BD, 12 euro.