
Tra Festival di San Remo e serata di San Valentino, in questi giorni non è raro sentire parlare di amore. Amore commerciale e generalmente eterosessuale, presentato come l’ideale da raggiungere, desiderare e preservare. Forse è la mia indole da bastian contrario, ma l’atmosfera mi pare perfetta per presentare un romanzo a fumetti che parla sì di amore, ma partendo dalla catastrofe della vita di coppia: ovvero la scoperta di un tradimento. Diario di una cagna, scritto dall’autrice specializzata in disturbi della sessualità ed ex porno attrice francese Céline Tran – nota nell’ambiente come Katsuni, ed illustrato dalla talentuosa fumettista italiana Grazia La Padula (lapàdùla), parte proprio da lì.
Nella Parigi borghese contemporanea, Elise, circa cinquant’anni, fa la giornalista per una rivista femminile e ha una vita familiare tranquilla, anche se un po’ le dispiace che la figlia si confidi più con suo marito che con lei. La sua routine quotidiana andrà di colpo in mille pezzi per un messaggio scoperto per caso sulla segreteria del marito. Lei, che si credeva felice e serena, scopre di vivere in una bugia e la vertigine del tradimento la travolge. Arrabbiata, ma incapace di reagire affrontando il fedifrago che ama ancora, trova un’inaspettata valvola di sfogo grazie a un regalo/coccola della figlia: la riscoperta dei sensi, del suo corpo e del piacere sensuale e carnale. Istigato anche dalle pubblicità di un sito che invita al tradimento e che pochi anni fa tappezzava davvero i muri di Parigi e della metropolitana.
Gli acquerelli morbidi e onirici di La Padula amplificano la sensualità della storia grazie alla loro materialità avvolgente e invitante, sottolineata ad ogni capitolo con una pagina senza margini. Alternando scene intime ed erotiche mai volgari, sogni, incubi, momenti di vita e tenerezza familiare e testi poetici presi dal diario personale di Elise, la fumettista accompagna dolcemente la nuova ricerca sentimentale della protagonista. Una ricerca sentimentale che dovrà fare i conti con un colpo di scena che stravolgerà tutto il senso del libro. Se infatti il titolo italiano, un po’ volgare (quello francese, che parla di ‘une garce’, è più ambiguo) mette l’accento sul tentativo femminile di vivere una sessualità fuori dagli schemi morali classici, questo graphic novel è in realtà un percorso di scoperta e di riscoperta di relazioni sentimentali non conformi alle norme.
L’amore, si sa, si presenta in mille modi. Elise aveva dimenticato quello per sé stessa. Nella complicità abitudinaria di una vita comune, aveva perso il desiderio ed era schiacciata dalla paura del rifiuto, del suo corpo invecchiato e di tutta se stessa. E non era la sola. Il finale a sorpresa di quella che sembrava una banale storia di tradimento le fa riscoprire tutto ciò, facendole dire: “Che fregatura, questo ideale da fiaba, a pensarci bene. L’amore non ha bisogno di modelli.”
In effetti, forse sta a noi trovare quello che ci corrisponde meglio.
Diario di una cagna. Di Grazia La Padula e Cécile Tran. Traduzione di Valentina Maini. 136 pagine a colori. Oblomov. 22 euro.