“Cinque modi per sopravvivere continuando a parlare” è il titolo della retrospettiva milanese della coppia di performer formata da Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, pluripremiata in patria e all’estero e capace di sfuggire alle facili catalogazioni.
Nei loro modo di fare spettacolo c’è la danza, l’analisi sociale, lo humour mitteleuropeo, la ricera storica, la sperimentazione sonora e sull’immagine e molto altro ancora. Antirappresentativi e dichiaratamente amanti del dubbio, sono in grado di essere elementari e complessi al tempo stesso, una combinazione che li rende cari alla critica e accessibili al pubblico.
Deflorian e Tagliarini tornano a Milano per cinque spettacoli (quattro all’Elfo Puccini e uno alla Casa Boschi Di Stefano) che ripropongono il loro lavoro più recente: “Rewind – Omaggio a Cafè Müller” di Pina Bausch; “Reality”, ispirato alla storia autentica di una casalinga di Cracovia che annotò per tutta la vita ogni minima azione della giornata; “rzcezy/cose”, che riprende il tema dello spettacolo precedente coinvolgendo il pubblico; “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni” (ispirato al libro “L’esattore” di Pedro Markaris), in cui quattro pensionate progettano il suicidio durante la terribile crisi economica greca; “Il posto”, performance “site-specific” pensata per la Casa Boschi Di Stefano.
Daria Deflorian è stata ospite del Suggeritore e ne ha approfittato per commentare i cinque titoli della retrospettiva e per qualche riflessione sul felice percorso artistico che con Tagliarini l’ha vista protagonista delle scene italiane ed europee nelle ultime stagioni.
Ascolta l’intervista a Daria Deflorian