“Come me era considerato un pazzo, per questo c’è stato subito un equilibro di intenti”. Dario Fo ricorda l’amico Gianroberto Casaleggio e si dice sconvolto per la sua scomparsa. Era descritto ingiustamente come “borioso, io lo trovavo invece fin troppo umile, in rapporto al suo valore e al suo peso nel Movimento 5 Stelle”.
Simpatizzante per il movimento, il premio Nobel non vuole dare consigli per il futuro: l’eredità della parte organizzativa potrebbe raccoglierla il figlio Davide, “Non lo conosco”, ammette Fo, “ma trovo ovvio e naturale che gli abbia delegato delle cose, come io ho fatto con mio figlio”.
Il Movimento può farcela da solo, come lo decideranno i giovani, in cui Dario Fo ha detto di avere grande fiducia.
Il momento è delicato, la sfida con il Pd alle porte, e i sondaggi che danno il 5 Stelle come in lotta per essere il primo partito. Tra Casaleggio e Renzi “non c’è nemmeno da fare paragoni”, risponde il premio Nobel a una domanda dei giornalisti, convocati a casa sua. “Sul piano morale, civile, intellettuale e di cultura siamo agli antipodi”, ha detto attaccando il comportamento del presidente del Consiglio, definito “politicamente prepotente”.
Tuttavia il prossimo banco di prova delle amministrative sarà una sfida molto difficile. “A Milano sarà un disastro”, prevede Fo. “Non ci siamo, perché sono stati commessi degli errori, e poi perché la città ha un tessuto e una forma difficile da gestire. Esistono degli interessi organizzati”. Poi l’attacco a Giuseppe Sala, senza nominarlo: “La cosiddetta sinistra presenta un candidato che ancora oggi non ha dato il resoconto del suo agire”, i conti di Expo.
Giovedì Dario Fo terrà una breve orazione al funerale dell’amico. Con Beppe Grillo c’è stata un’affettuosa telefonata. Condivisione del dolore e la rassicurazione che tutto è stato preparato per il dopo Casaleggio.