Dario Fo e Milano, un rapporto profondo, intimo. Fatto, come tutti le relazioni forti, di amore (tanto) e odio (almeno un po’). Conosciuto in tutto il mondo, ma fortemente legato alla sua città di adozione, da quando decise di abbandonare la facoltà di architettura per dedicarsi al teatro. Prima in strada poi, negli anni Settanta, con l’esperienza della Palazzina Liberty. E ancora, i luoghi: il bar Jamaica, ritrovo di studenti squattrinati; l’Odeon; il Piccolo. I temi: la “Morte accidentale di un anarchico”, il racconto dell’uccisione di Giuseppe Pinelli all’alba della strategia della tensione. Infine, la politica, anche questa spesso legata alla sua città: l’ultima esperienza, nel 2006, quando decide di presentarsi alle primarie del centrosinistra che doveva scegliere il candidato sindaco (alla fine fu Bruno Ferrante, da Fo ribattezzato Ruzzante). Un territorio, un periodo, un’area politica, che inevitabilmente ha portato Dario Fo a incontrare Radio Popolare.
Pochi mesi fa, in occasione del nostro 40esimo compleanno, ci ha dedicato questo pensiero:
Anche con noi, come con Milano, il suo rapporto fu di amore-odio. “A volte ci accusava di essere troppo moderati”, dice Piero Scaramucci, storico direttore di radio Popolare.
Qui potete ascoltare l’intervista integrale a Piero Scaramucci