Scritta da Bertolt Brecht e Kurt Weill nel 1928, “L’opera da tre soldi” approdò nella Milano del secondo dopoguerra nel 1956, per iniziativa di Giorgio Strehler e Paolo Grassi, che invitarono Brecht alla prima replica di un allestimento destinatoa diventare leggendario.
Oggi, esattamente 60 anni dopo, il più celebre fra i titoli brechtiani, noto anche a chi di teatro mastica poco, punteggiato da una partitura musicale memorabile (che sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra Verdi) torna al Piccolo Teatro Strehler.
L’edizione 2016 è firmata dal giovane ma già affermatissimo regista Damiano Michieletto, abituato ad alternare alla regia lirica gli allestimenti di prosa, creando ogni volta grandi aspettative e reazioni appassionate, sia in chi lo critica, sia in chi lo apprezza.
Lo abbiamo incontrato poco prima del debutto e ci ha parlato del suo modo di intendere la regia dei classici, della contemporaneitò di Brecht oggi, del cast internazionale (a cominciare da una sorprendente Rossy De Palma), dei motivi di interesse personale per la scrittura di Brecht-Weill e di molto altro.
Ascolta l’intervista a Damiano Michieletto