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Nata nel ’79 in una città con profonde radici storiche del centro del Portogallo, Santarém, capoluogo della provincia del Ribatejo, Ana Moura è cresciuta circondata dal fado: i suoi genitori sapevano cantare, e alla riunioni di famiglia tutti cantavano. Ana Moura ha interiorizzato il fado e ha imparato a cantarlo. Poi da adolescente è diventata la vocalist di un gruppo rock, ma in ogni esibizione si è sempre ritagliata lo spazio per un brano di fado. Nelle “case” consacrate al fado, è abituale che anche i dilettanti possano mettersi alla prova: il talento di Ana Moura cominciò ad essere riconosciuto quando una sera a Lisbona andò in compagnia di amici in una casa do fado, e fu spinta a cantare. Qualche tempo dopo fu ascoltata da una delle più grandi interpreti del genere, Maria da Fé, che la ingaggiò per il suo rinomato locale, aprendole così una carriera da fadista. Nei primi anni del nuovo millennio Ana Moura si è affermata come una delle esponenti più in vista di una nuova generazione di interpreti femminili che in Portogallo hanno ridato smalto al fado agli occhi dei giovani. Nel 2007 Ana Moura era già così famosa da essere scelta per duettare con Mick Jagger in No Expectations durante l’esibizione dei Rolling Stones allo stadio Alvarade di Lisbona. Qualche anno dopo Prince, interessato al fado, navigando in internet si accorse del talento di Ana Moura, andò ad assistere a sue esibizioni, e nel 2010 Ana Moura apparve come ospite dell’esibizione di Prince al grande festival portoghese Super Bock Super Rock, interpretando due brani di fado con Prince alla chitarra. Prince disse ad Ana Moura che alla sua musica occorreva solo un po’ di ritmo. In effetti Ana Moura è stata in questi ultimi vent’anni la principale responsabile dello svecchiamento del fado, ma comunque senza esorbitare, nella postura del canto e nella musica, con accompagnamento assicurato da strumenti acustici, da una dimensione del fado piuttosto sobriamente classica. Un po’ di quel ritmo che Prince auspicava nel fado di Ana Moura si trova però adesso in Casa Guilhermina, settimo album di studio della cantante, appena pubblicato dalla Sony: c’è per esempio in Jacarandá, un brano dedicato proprio a Prince. Alla chitarra c’è Mike Scott, che dal ’96 è stato a più riprese nei New Power Generation di Prince, ma i ritmi che si combinano col fado non sono ispirati da Minneapolis, ma principalmente dalla musica delle ex colonie portoghesi.
L’album è in sintonia con il cosiddetto novo fado, lanciato da Dj e produttori portoghesi che mescolano il fado con le musiche dell’Africa lusofona, come la morna capoverdiana e il semba e il kizomba angolani: da anni in particolare i ritmi angolani hanno ampio corso a livello internazionale nelle musiche da ballo e nell’elettronica. Ma per Ana Moura quei ritmi non sono semplicemente una tendenza, sono anche una storia di famiglia. Durante la sua infanzia e adolescenza in casa di Ana Moura non si ascoltava solo fado ma anche dischi di grandi cantanti angolani come Bonga e Ruy Mingas, di Fausto, di origine angolana, e di José Afonso, che aveva vissuto in Angola da bambino, e una canzone del quale fu scelta come segnale per la rivoluzione dei garofani: la mamma di Ana Moura infatti è angolana, e angolana era la nonna, Guilhermina, a cui l’album è intitolato. Ana Moura si esibirà a Berlino il 18 gennaio, ad Amsterdam il 20, a Londra il 26, a Parigi il 27.