
Il Fronte Nazionale diventato poi Rassemblement National è più che un partito. Il padre padrone Jean Marie Le Pen ha trasformato un movimento politico in un’ impresa finanziaria a conduzione familiare.
Per fondare negli anni ’70 il Fronte Nazionale aveva raccolto gli sconfitti della storia: nostalgici dell’Algeria francese, ex reduci di Vichy, ex membri delle SS ed esponenti del movimento neofascista Ordre Nouveau.
La sua ascesa politica è ben nota, è scandita da una serie impressionante di provocazioni negazioniste, antisemite e razziste: “Le camere a gas un dettaglio della Storia”, “Petain non era un traditore”, “L’occupazione nazista non era disumana”, “Le razze non sono tutte uguali”.
La storia del suo immenso patrimonio invece è ancora tutta da scrivere. Come ha fatto a convincere uomini d’affari, industriali e benestanti a lasciargli in eredità le loro fortune? Mistero.
Le Pen inventò un sistema di scatole cinesi fatto di partitini per creare confusione tra il suo patrimonio personale e le finanze del FN. Cosi riuscì ad aggirare i controlli dello stato ma anche quelli delle segreterie del suo partito.
E quando nel 2004 il partito si trovò in difficoltà la figlia Marine inventò un nuovo sistema questa volta per truffare il Parlamento europeo.
La sentenza di ieri dovrebbe segnare il tramonto della famiglia Le Pen ma non le loro idee nauseanti che hanno contagiato milioni di francesi.