![Daisy Jones & The Six](https://www.radiopopolare.it/wp-content/uploads/2023/03/Daisy-Jones-and-The-Six.jpg)
Su Prime Video sono cominciate lo stesso giorno, il 17 marzo, ed entrambe hanno come sfondo il mondo della musica, eppure non potrebbero essere due serie più diverse, sotto una moltitudine di aspetti. Una s’intitola Daisy Jones & The Six, e forse a qualche ascoltatore è capitato di leggere il romanzo da cui è tratta, scritto da Taylor Jenkins Reid, l’autrice del bestseller I sette mariti di Evelyn Hugo (da cui pure è in lavorazione una serie). La storia raccontata in Daisy Jones & The Six si avvia a fine anni 60 e, nonostante nomi e molti dettagli siano diversi, gli appassionati di musica e gossip non hanno stentato a riconoscervi quella vera dei Fleetwood Mac, in particolare la tormentata relazione tra il chitarrista Lindsay Buckingham e la cantante Stevie Nicks.
Nella realtà, i due collaboravano già prima di aggregarsi ai Fleetwood Mac dopo l’abbandono di Peter Green e delle radici blues del gruppo, mentre nella serie le loro controparti fittizie Billy Dunne e Daisy Jones si conoscono quando lei incrocia la band di lui. La scintilla artistica scatta immediata, proiettando tutti quanti verso il successo, ma scatta anche un’incontrollabile passione, che si rivela rovinosa.
Daisy Jones & The Six, nonostante le ispirazioni più o meno dichiarate, è una vicenda del tutto inventata, anche se la serie tv (creata dagli sceneggiatori Scott Neustadter e Michael H. Weber, che di love story scombussolate se ne intendono, avendo scritto i film 500 giorni insieme e Colpa delle stelle) è impostata come un falso documentario, realizzato molti anni dopo gli eventi narrati, in cui tutti i protagonisti della vicenda rilasciano interviste direttamente alla telecamera.
Il pretesto narrativo sta in un grande concerto, subito dopo il quale, all’apice del successo, i Daisy Jones & The Six si sciolgono, senza spiegare a nessuno il perché. Ora, finalmente, si dicono disposti a svelare la verità. La protagonista della serie è interpretata da Riley Keough, che oltre a essere un’attrice affermata soprattutto nel cinema indipendente americano, e ad aver debuttato come regista allo scorso Festival di Cannes, è anche la nipote di Elvis Presley, figlia dell’unica figlia del re, Lisa Marie (scomparsa improvvisamente lo scorso 12 gennaio). Nonostante l’eredità familiare – oltre al nonno e alla madre, anche il padre, Danny Keough, è musicista – Riley ha studiato canto e musica apposta per la serie, e numerose star contemporanee – come Phoebe Bridgers e Marc Mumford – hanno partecipato alla colonna sonora (è stato pubblicato un intero album di inediti, intitolato Aurora).
Agli antipodi di Daisy Jones & The Six e dei suoi Seventies travagliati ma anche nostalgici e glamour, c’è Sciame (o Swarm in originale), l’ultimo lavoro di Donald Glover, già autore della seminale serie tv Atlanta e a sua volta acclamato musicista con il nome d’arte di Childish Gambino. Se in Daisy Jones il punto di vista è quello dei divi, in Sciame la prospettiva è quella dei fan, e l’ambientazione non è un passato dorato e idealizzato ma il nostro cupo presente.
Dre, la protagonista, interpretata dalla bravissima Dominique Fishback, è ossessionata dalla sua cantante preferita, una popstar di nome Ni’Jah, ed è un membro attivo della community che la segue, lo “sciame”, appunto. I riferimenti, qui, sono chiaramente a Beyoncé – lo stile, sia musicale sia estetico, di Ni’Jah non lascia dubbi, e anche il nome del fandom, “sciame”, ricorda il bee-hive, l’“alveare”, il modo in cui vengono chiamati i seguaci della superstar texana.
Sciame è un inquietante e pungente thriller a tinte horror, e segue la discesa agli inferi di Dre dopo la morte della sua migliore amica (che, tra l’altro, è interpretata da Chloe Bailey, metà del duo r’n’b Chloe x Halle, lanciato proprio da Beyoncé). Nel cast figurano nomi notissimi del mondo musicale contemporaneo, tra cui l’inarrestabile Billie Eilish, ma ad attirare l’attenzione è anche una presenza tra gli sceneggiatori, quella di Malia Obama, figlia dell’ex presidente statunitense, che debutta come autrice di un episodio, il quinto, firmato con la co-creatrice della serie Janine Nabers.
Imperfetta, volutamente inquietante, imprevedibile e provocatoria, Sciame è una rappresentazione acuta delle derive dei fandom odierni, della fissazione per celebrità innalzate a livello di divinità, e del lato oscuro cui può giungere la passione musicale: non un fenomeno nuovo, ma che nell’era di internet e dei social rischia di confondere e rendere irriconoscibili i confini tra realtà e artificio.