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Tratto dal podcast
Chassis di dom 03/05
Cultura | 2020-05-03

D.N.A. (Decisamente Non Adatti), il primo film diretto da Lillo e Greg, sarebbe dovuto uscire al cinema in queste settimane, ma l’emergenza COVID ha spinto il duo comico ad una distribuzione diversa dal solito: subito in home video, disponibile per l’acquisto sulle principali piattaforme di streaming in Italia, da Sky Primafila Premiere a TimVision, passando per Chili, Google Play, Infinity e Rakuten TV.
Barbara Sorrentini ha intervistato Lillo e Greg a Chassis.
D.N.A. (Decisamente Non Adatti) è la vostra prima regia. Come mai avete deciso di fare uscire adesso?
Lillo. Sì, è la nostra prima regia e il primo film interamente nostro in tutto e per tutto e questo è il motivo per cui ci dispiace non poter uscire nelle sale. È un film molto curato anche dal punto di vista dell’immagine, un tipo di film che si gode molto sul grande schermo, ma anche in TV rende. È stata la scelta più pragmatica e più giusta da fare, perché visto il lavoro pazzesco che c’è stato dietro il film può arrivare comunque alle persone. Siamo comunque soddisfatti che in qualche modo veda la luce.
Oggi siamo abituati a vedere sul piccolo schermo i grandi film e le grandi serie TV girate come se fossero dei film, prodotti che vanno solo in TV e che non hanno nulla da invidiare, anche a livello tecnico, a quelli che vanno al cinema.
Curiosamente nel vostro film, in modo trasversale e non voluto, si parla anche di un’epidemia.
Lillo. La base di partenza è questo rapporto tra due personaggi che sono non adatti all’ambiente che li circonda. Uno è un brillante professore di genetica che sta conducendo degli esperimenti in privato. Vista però la sua natura mite è vessato dai colleghi di lavoro che gli fanno scherzi e da un preside di facoltà, ma anche i suoi stessi familiari lo considerano una nullità. Poi c’è questo capobanda che vorrebbe fare carriera e assurgere a ruoli più importanti, ma si rende conto dei suoi limiti culturali e dei suoi modi di fare troppo grezzi. Questo capobanda era quello che bullizzava alle scuole medie il futuro scienziato chiedendogli il pizzo con le merendine e i soldi. I due si incontrano nuovamente da adulti: il capobanda tenta di costringere lo scienziato ad impartirgli delle lezioni di italiano e lo scienziato invece lo reputa la cavia giusta per condurre l’esperimento su esseri umani. Lo addormenta, si svolge l’esperimento e lo scienziato diventa un maschio alfa e comincia a prendersi le sue rivincite. Non ha però tenuto conto di un processo osmotico: il suo carattere si trasferisce al capobanda, che diventa mite e remissivo e comincia a muoversi male nel suo ambiente. Questa è la trama iniziale, poi i due sono costretti ad un sodalizio per contrastare un super cattivo che vuole espandere la sua egemonia di locali che servono cibo spazzatura. Vuole, in maniera virale, diffondere il germe del cibo spazzatura e creare una serie di clienti ideali per i suoi locali.
A quali dei personaggi che avete interpretato vi sentite più vicini?
Lillo. Sicuramente mi sento più vicino al Nando trasformato dall’esperimento genetico, perché di base non sono un aggressivo né un duro. A livello attoriale è molto interessante dover cambiare radicalmente il proprio modo di essere durante lo stesso film.
Greg. Io mi sento molto affine ad Ezechiele. Ho un passato da nerd come lui. Ho indossato gli occhiali quando avevo 7 anni, sono stato un bambino appassionato di fumetti. Disegnavo e leggevo fumetti e libri. E non sopportavo le abitudini dei miei coetanei: odiavo il calcio, odiavo le figure e odiavo fare a botte.
Come nascono le storie che raccontate e i vostri sketch?
Lillo. Noi siamo sempre direzionati in un ragionamento molto basico: questa cosa ci fa ridere e la facciamo. Si spera poi che questo nostro divertimento nel mettere in scena qualcosa abbia anche un riscontro nel pubblico. È come quando si sta a cena tra amici e si trova un argomento che diverte tutti.
Greg. Le nostre gag nascono da una lettura distorta del quotidiano. Il nostro genere di umorismo si colloca in quelle pieghe della realtà che non sono irreali, solo surreali. Noi andiamo a scovare gli aspetti surreali delle cose in cui siamo immersi. Andiamo sempre verso una satira di costume, una satira che prende di mira i difetti dell’animo umano, non andiamo mai a pescare nell’attualità o nella satira politica. Siamo sempre affini alla poetica della Commedia dell’Arte.
Foto dalla pagina Facebook di Vision Distribution