
I mercati globali crollano. Donald Trump dice che indietro non si torna e che i dazi sono una cosa meravigliosa. Intanto, timidamente ma in modo comunque sempre più convinto, i boss di Wall Street cominciano a esprimersi pubblicamente contro i dazi. Non l’hanno fatto per settimane, pensando che Trump li usasse come minaccia per ottenere migliori condizioni commerciali con l’estero e che comunque, anche nel caso di una loro implementazione, non avrebbero superato una certa soglia. L’enormità dei dazi imposti, e la reazione dei mercati, con migliaia di miliardi di capitalizzazione bruciati nel giro di un paio di giorni, hanno cambiato le cose. I dirigenti di Wall Street cominciano a parlare. Lo fa Bill Ackman della società di Hedge Fund Pershing Square, che chiede una moratoria di novanta giorni per negoziare con gli altri paesi avvertendo che l’alternativa è “un inverno nucleare economico autoindotto”. “Siamo nel processo di distruzione della fiducia nel nostro paese come partner commerciale, come luogo in cui fare affari e come mercato in cui investire capitali”, ha scritto Ackman in un post su X. “Il Liberation Day è stato un evento massacrante”, ha scritto ai clienti sabato mattina Tony Pasquariello di Goldman Sachs. Per Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, i dazi faranno salire i prezzi, rallenteranno la crescita. E Stan Druckenmiller, altro manager degli hedge fund, da sempre uno dei finanzieri di Wall Street più vicini ai repubblicani, non ha dubbi: “Non sostengo tariffe superiori al 10%”, dice.
L’amministrazione però, almeno per il momento, non fa marcia indietro. La cosa ha diverse spiegazioni. Anzitutto, nonostante i proclami di Trump, non è per nulla certo che l’amministrazione non sia disponibile alla trattativa. Lo dimostra l’accoglienza positiva che Washington ha tributato alla proposta di To Lam, segretario generale del partito comunista del Vietnam, di ridurre a zero le tariffe tra i due Paesi. C’è poi un dato generale. I mercati stanno scendendo, ma la discesa, per quanto vertiginosa, segue a un periodo di forte espansione, e quindi le perdite non intaccano davvero gli enormi guadagni che gli investitori hanno realizzato nei mesi scorsi. Collegato a questo, c’è un altro dato. Le perdite attuali sono anche un’occasione. Un calo del mercato può infatti offrire sul lungo periodo opportunità per gli investitori. Nel corso degli anni, tra mercati oscillanti tra rialzi e ribassi, gli investimenti in fondi indicizzati diversificati e a basso costo è stata una strategia di successo. È questo, dunque, il complesso di ragioni che spiega l’ostinazione con cui Trump continua a sostenere i dazi, la cosa più bella al mondo, come dice. L’amministrazione è convinta che, più prima che poi, la tempesta passerà.