Approfondimenti

Crisi in Libia. Il punto della situazione con l’analista del Maghreb Umberto Profazio

Crisi in Libia. Conte e Fayez al Serraj

A due giorni dal vertice di Berlino sulla crisi in Libia, e pochi giorni dopo il fallimento del vertice di Mosca, proviamo a fare il punto della situazione. Cosa sta succedendo in Libia in queste ore? E cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane?

Ne abbiamo parlato con Umberto Profazio, analista dell’area del Maghreb per la NATO Defence College Foundation. L’intervista di Alessandro Braga a Fino alle Otto

Cosa sta accadendo in queste ore in Libia?

In queste ore la situazione si è apparentemente calmata. È stato un inizio di anno con il via libera del Parlamento turco all’invio di truppe in Libia e qualche giorno dopo c’è stata un’offensiva da parte del Libyan National Army, la coalizione di milizie basata nella Cirenaica e guidata dal generale Khalifa Haftar, che ha perso il controllo di Sirte.
Successivamente vi sono stati tentativi da parte della comunità internazionale di impedire una escalation del conflitto e un rinnovato protagonismo da parte di Russia e Turchia che hanno chiesto un cessate il fuoco.
Nell’incontro di Mosca di qualche giorno fa si sarebbe dovuto firmare un cessate il fuoco permanente, ma il protagonismo di Haftar ha impedito che questa tregua venisse firmata e ha fatto emergere il doppio livello del conflitto libico, che si gioca sia sul piano locale che su quello internazionale.

Si aspettava che a Mosca Haftar non avrebbe firmato questa tregua?

Bisogna ricordare i precedenti. Negli incontri di Parigi del 2018 si era raggiunto un punto di incontro tra le parti, ma anche in quel caso non vi sono mai state delle firme sui documenti che erano stati preparati. In un certo senso c’è questo problema: i due piani, quello locale e quello internazionale, risultano conflittuali.
Mentre la comunità internazionale cerca di mediare con delle conferenze che spesso vengono tenute al di fuori del territorio libico, poi questi accordi non vengono rispettati sul terreno proprio perché vi è una frammentazione del Paese rappresentata dalle numerose milizie. Molto spesso queste milizie non rispettano gli accordi oppure vengono considerate molto legate ai loro sponsor esterni che però non riescono ad esercitare un controllo diretto su di esse. Molto spesso gli incontri e le conferenze che vengono fatte al di fuori del territorio libico non hanno risonanza sul terreno.

A proposito di protagonismo internazionale, in questi ultimi giorni secondo lei come è cambiata la posizione della Russia e della Turchia?

Penso che la Russia abbia cercato di mantenere i contatti con tutte le principali fazioni libiche. Sappiamo che dal punto di vista militare la Russia appoggia Haftar con l’invio confermato di un gruppo di mercenari russi che combattono sul terreno insieme al Libyan National Army a Tripoli, ma allo stesso tempo la Russia continua ad avere contatti col governo di accordo nazionale del premier Fayez al-Sarraj. Questo perché in un contesto in cui l’esito della guerra non è scontato, per Mosca è importante mantenere i contatti con tutte le fazioni. E anche in questo caso si possono leggere i tentativi di avvicinamento che ci sono stati quest’estate con Saif al-Islam Gheddafi, il figlio dell’ex dittatore Mu’ammar Gheddafi.
Per quanto riguarda invece la Turchia, l’appoggio che viene dato ad al-Sarraj non è soltanto ideologico, che può essere rappresentato dalla comunanza con la Fratellanza Musulmana che sostiene il governo di al-Sarraj in Libia, ma arriva anche dalle pretese marittime che vi sono state segnalate con l’accordo di novembre, la delimitazione dei confini marittimi che per Ankara risultano molto importanti.

Tra due giorni ci sarà il vertice di Berlino. Quale soluzione potrebbe arrivare da questo vertice?

È difficile da dire. Sicuramente l’incontro di Mosca ha abbassato le aspettative. Se vi fosse qualche collegamento tra Mosca e Berlino, cosa che sembra confermata dai colloqui tra Angela Merkel e Vladimir Putin, a Mosca si sarebbe dovuto raggiungere un cessate il fuoco, mentre a Berlino si sarebbe dovuta negoziare una soluzione politica al conflitto.
Il fatto che sia fallito il vertice di Mosca fa temere che a Berlino in realtà la soluzione possa essere il raggiungimento di un cessate il fuoco permanente e duraturo, ma ho dei dubbi sul fatto che le due fazioni possano firmare il documento, proprio come è successo a Mosca.
Sarà però importante vedere la posizione internazionale dei principali sponsor delle due parti, se si vorranno impegnare sul rispetto dell’embargo alle armi e sui meccanismi di sanzione nei confronti degli eventuali violatori come possono essere la Turchia o gli Emirati Arabi Uniti, principale sponsor di Haftar.
La posizione della Turchia è quella da tenere d’occhio perchè deve mantenere un certo equilibrio in un conflitto che la terrà molto impegnata in un contesto strategico molto difficile da un punto di vista logistico, ma anche dal punto di vista dell’equilibrio regionale, perché ogni intervento turco potrebbe causare delle ripercussioni con l’eventuale intervento dell’Egitto, che è contrario a ogni allargamento dell’influenza turca nell’area, e scatenare una guerra regionale. Questo è lo scenario più negativo e da cercare di escludere il più possibile.

Quindi quello di domenica potrebbe non essere un passaggio definitivo?

Sì, infatti molti commentatori non parlano di conferenza, ma parlano di processo. Da domenica dovrebbe iniziare questo processo di avvicinamento delle parti che però non include soltanto la negoziazione tra gli sponsor internazionali delle due parti, ma include anche il tentativo di trovare un compromesso all’interno della Libia.
Il piano dell’inviato ONU Ghassan Salamé era proprio questo: cercare di risolvere i due piani, fermo restando la necessità di un cessate il fuoco che per il momento non è firmato ma sembra essere rispettato con alcune minori violazioni.

Foto | Presidenza del Consiglio dei Ministri

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 06/03 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 06-03-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 06/03 09:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 06-03-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 06/03/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 06-03-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 06/03/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 06-03-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 06/03/2025

    Luigi De Biase giornalista del Manifesto, esperto dell’area ex-sovietica, racconta come l'opinione pubblica russa legga lo scontro tra Usa ed Europa e ci spiega cosa significa aree di influenza per il Cremlino. Angelo Moretti, portavoce movimento europeo azione non violenta, da Karkhiv, racconta gli allarmi aerei continui e quel sentimento contraddittorio tra voglia della fine della guerra e senso di abbandono per la popolazione ucraina. Alessandra Tommasi intervista Daria Bonfietti, presidente dell'associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, dopo la notizia della richiesta di archiviazione delle nuove indagine da parte della Procura di Roma. Barbara Poggio, ricercatrice, insegna Sociologia dell’Organizzazione e Sociologia Industriale nell’Università di Trento ci spiega come l'occupazione femminile sia rimasta indietro in questi anni (dal Covid) e perché il tema del lavoro sia la cartina di tornasole della condizione femminile.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 06-03-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 06/03/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 06-03-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 06/03/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 06-03-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di giovedì 06/03/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 06-03-2025

  • PlayStop

    Mitologia Popular di giovedì 06/03/2025

    Mitologia Popular esplora e racconta il folclore e la cultura popolare brasiliana: da miti e leggende come Saci Pererê, Mula sem cabeça, Cuca alla storia di piatti tipici come la feijoada o la moqueca, passando per la letteratura, il carnevale, la storia delle città più famose e la musica, ovviamente. Conduce Loretta da Costa Perrone, brasiliana nata a Santos che, pur vivendo a Milano da anni, è rimasta molto connessa con le sue origini. È autrice del podcast Lendas con il quale ha vinto gli Italian Podcast Award per il secondo anno consecutivo.

    Mitologia Popular - 05-03-2025

  • PlayStop

    The Box di mercoledì 05/03/2025

    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 05-03-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 05/03/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 05-03-2025

  • PlayStop

    Sapore Indie di mercoledì 05/03/2025

    Sapore Indie è la trasmissione per connettersi al presente e scoprire le novità più rilevanti della musica alternative internazionale. Tutti i mercoledì alle 21.30, con Dario Grande, un'ora di esplorazione tra le ultime uscite di artisti grandi e piccoli, storie di musica e vite underground. Per uscire dalla bolla dei soliti ascolti e sfuggire l’algoritmo, per orientarsi nel presente e scoprire il suono più rigenerante di oggi. ig: https://www.instagram.com/dar.grande/

    Sapore Indie - 05-03-2025

Adesso in diretta