L’arrivo più o meno certificato dei primi vaccini per il COVID-19 sta generando un senso di sollievo. Legittimo. Ciò che invece appare illegittimo e inaccettabile, agli occhi di alcuni scienziati, è la rimozione delle cause profonde della pandemia che potrebbe accompagnare l’arrivo dei vaccini.
Possiamo pensare di debellare COVID-19 ignorando le cause della diffusione della pandemia da virus Sars-CoV-2?
Memos ha ospitato il filosofo delle scienze biologiche Telmo Pievani, grande esperto di teoria dell’evoluzione, docente all’Università di Padova, per farsi guidare in un viaggio all’origine del virus.
Come siamo arrivati fin qui con la pandemia da COVID-19? Il professor Pievani utilizza come guida un importante articolo scientifico pubblicato recentemente sulla rivista americana Cell. Uno dei due autori è il noto immunologo statunitense Anthony Fauci. “L’articolo contiene due tesi“, spiega il professor Pievani: “La prima è che noi essere umani coabitiamo con questi virus da tanto tempo“, mentre la seconda è che “dopo millenni di convivenza con i virus, negli ultimi vent’anni è successo qualcosa di nuovo: una serie di attività umane, di devastazione dell’ambiente, hanno reso molto più probabile il salto di specie di questi virus dagli animali agli umani. Le attività di deforestazione, di commercio illegale di animali esotici, e così via – conclude il filosofo – ci hanno fatto entrare in un’epoca in cui queste pandemie diventano più frequenti e più violente“.
Nell’articolo Fauci e il suo collega accusano l’umanità di essere particolarmente distruttiva nei confronti dell’ambiente in cui vive. Viene dunque da chiedersi, è un artificio retorico che i due studiosi usano, oppure c’è un fondamento concreto? Secondo il professor Pievani i comportamenti descritti nell’articolo sono riportati appropriatamente, e specifica che non sono gli unici paper accademici a confermarlo, anche in casi di ricerche pubblicate da organizzazioni senza un passato storico ecologico. “Tutte queste riviste continuano a pubblicare questi articoli pieni di moniti, e questo perché i dati che i scienziati stanno raccogliendo sono ormai molto approfonditi e molto preoccupanti“, dice Pievani.
La pandemia che ci attanaglia da quasi un anno, quindi, si tratta di un costo ambientale: un conto salato che ci è fornito dopo aver sperperato senza ritegno. “Questa economia capitalista oggi ci costa troppo, e quindi da un punto di vista politico prima che economico non ci conviene più“, afferma Pievani.
Quando i vaccini contro il COVID arriveranno, avremo chiuso i conti con questa pandemia? “Uscire da questa emergenza non basta, perché è una soluzione a questa pandemia, ma quando ne saremo usciti dovremo evitare di perderla nell’oblio“, risponde Pievani. “A differenza per esempio dei terremoti, per i quali possiamo purtroppo fare poco, nel caso delle pandemie possiamo fare tanto. Solo che non lo stiamo facendo“. Pievani si scontra con le abitudini umane dannose all’ambiente e potenzialmente cause di pandemia, come per esempio il caso dei wet market in Cina e i vari animali cacciati per le loro – presunte – proprietà afrodisiache. Vietare internazionalmente pratiche come queste sarebbero, per il professore, “azioni concrete che ridurrebbero in futuro la probabilità di nuove pandemie“.
Le azioni umane, dunque, hanno reso gli umani ancora più vulnerabili, fragili. Un tema che Telmo Pievani ha ripreso nel suo ultimo libro “Finitudine. Un romanzo filosofico su libertà e fragilità” (Raffaello Cortina, 2020).