La Danimarca, con le sue 1.139 strutture e milioni di animali allevati, e sacrificati, ogni anno, dopo la Cina, è il più grande produttore di pellicce di visone al Mondo. Ma nel giro di pochi giorni non rimarrà traccia del piccolo mustelide sul territorio danese, in quanto tutta la popolazione, almeno 17 milioni di visoni, verrà abbattuta.
Motivo di una misura tanto drastica la veloce diffusione del coronavirus negli allevamenti di visoni: il 5 ottobre i focolai erano 41, ora, un mese dopo, quelli ufficialmente intercettati sono 207. La possibilità di una trasmissione da animale ad uomo è già stata documentata: oltre che in Danimarca, sia in Olanda, il primo paese a registrare positività fra gli animali da allevamento, che in Spagna, si sono verificati casi di lavoratori degli allevamenti infettati che mostravano le stesse sequenze virali individuate nei visoni.
Ma a preoccupare ancora di più è che a trasmettersi è un virus mutato. Lo ha detto la prima ministra danese in persona nel corso della conferenza stampa che comunicava l’abbattimento, citando uno studio dell’agenzia governativa ‘Staten Serum Institut’ che ha identificato una nuova mutazione del COVID nei visoni che è già stata individuata anche in 12 dei laboratori infettati: una diversa versione del virus che mostra resistenza agli antibiotici e che potrebbe potenzialmente mettere a rischio anche l’efficacia del futuro vaccino.
Per questo motivo il governo danese ha allertato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha preso contatto con le autorità danesi per avere maggiori dettagli. Nel frattempo l’Olanda ha deciso di anticipare al 2021 la chiusura definitiva di tutti gli allevamenti di visone nel suo territorio, mettendo così fine non solo a a un potenziale minaccia alla salute pubblica ma anche a una pratica crudele ed anacronistica.