Le conseguenze più immediate della fine dello stato di emergenza riguardano le misure sanitarie.
Draghi ha fatto l’elenco: il sistema delle zone colorate verrà abolito da subito, il 1° aprile. E i Presidenti delle Regioni non avranno più il potere di agire in autonomia.
Le scuole rimarranno sempre aperte per tutti. Basta con le quarantene per i contatti con un positivo. Le mascherine all’aperto saranno un ricordo, nessuno le dovrà più indossare, in nessuna circostanza. Una gradualità è prevista per l’abolizione del Green Pass. A partire, ha detto Draghi, dal Green Pass rafforzato per le attività all’aperto. Quindi per i ristoranti all’aperto, gli stadi, gli eventi eccetera. Anche se l’obbligo vaccinale e di Super Green Pass per lavorare per gli over 50 dovrebbero rimanere validi fino al 15 giugno.
Sul piano politico però le parole di Draghi, gradualità permettendo, sono molto chiare: il governo vuole togliere il più velocemente possibile tutte le restrizioni. Ma non ci sono solo le misure sanitarie. Con la fine dello stato di emergenza, fine anche dei provvedimenti sullo smart working, anche se le aziende potranno continuare a proporlo e a fare accordi coi lavoratori.
Il Comitato Tecnico Scientifico verrà sciolto. Terminerà anche la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo, anche se con tutta probabilità il governo troverà un modo di mantenerlo operativo. E le decisioni politiche saranno impegnative, e creeranno conflitti, sul piano delle misure economiche al di là della data del 31 marzo. Il decreto sostegni Ter sarà l’ultimo ad essere approvato? Quando scadrà, che fine faranno i 26 capitoli di cui è composto?