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Conte nel mirino della Lega

Giuseppe Conte a Salisburgo

Giuseppe Conte alla fine della cena di ieri sera al vertice europeo di Salisburgo sui migranti: “Sul tavolo c’è l’ipotesi che i Paesi che non partecipano alla redistribuzione dei migranti versino un contributo finanziario. Qualche Paese ha già dato la disponibilità”.

È mezzanotte e 54.

Giuseppe Conte questa mattina: “Il contributo finanziario è una possibilità residuale. Noi vogliamo un’ampia partecipazione alla redistribuzione dei migranti“.

Cosa è accaduto nelle poche ore tra la prima dichiarazione e la seconda? È intervenuta la Lega.

Per Salvini, le porte chiuse del resto d’Europa in cambio di soldi sarebbe una sconfitta politica. E così l’iniziativa autonoma del presidente del Consiglio italiano è stata ancora una volta tarpata dal principale azionista del governo e Conte si è esibito nel dietrofront.

Tra Conte e la Lega non è un bel periodo. Prima il decreto su Genova, scritto dal Presidente del Consiglio in maniera affrettata, per riuscire a salire sul palco di piazza De Ferraris il giorno della manifestazione 30 giorni dopo il crollo del ponte Morandi con qualcosa in mano, anche se privo di contenuto reale perché, a causa del conflitto tra Lega e Movimento 5 Stelle, il commissario straordinario alla ricostruzione non è ancora stato nominato.

La Lega vorrebbe il presidente della Regione Liguria, Toti, i 5 Stelle no. A un certo punto è spuntata l’ipotesi di nominarne due, per ora però è ancora stallo. Poi c’è la questione del cosiddetto ‘reddito di cittadinanza’: ieri Conte ha incontrato i capigruppo pentastellati di Camera e Senato e ha dichiarato che il reddito “è una promessa”.

Salvini non gradisce il fatto che Palazzo Chigi si stia mettendo la giacchetta grillina, in queste settimane cruciali tra legge di bilancio e decreti sicurezza e immigrazione in arrivo lunedi prossimo. Ma queste sono faccende interne che all’Europa non interessano. In Europa, la realtà è diversa da quella che i partiti di maggioranza cercano di narrare agli italiani.

Dal vertice sull’immigrazione a Salisburgo sono arrivati due schiaffi all’Italia. Il primo, dal premier del Lussemburgo che si conferma molto attivo contro le politiche anti immigrati del nostro governo. “Se iniziamo a parlare del prezzo di un migrante è una vergogna per tutti” ha commentato Xavier Bettel, il premier del granducato. Il secondo, sul fronte opposto, dal premier della Repubblica Ceca, Andrej Babis, “L’Italia blocca il rinnovo della missione navale Sophia che, se terminasse sarebbe un errore” ha spiegato, per poi continuare: “Bisognerebbe spiegare come risolvere il problema chiave, ovvero la Libia”.

La Repubblica Ceca fa appartiene al ‘gruppo di Visegrad’, i Paesi dell’Est Europa tanto cari a Salvini per le politiche anti immigrati. Salvini sperava di ottenere la loro collaborazione. Si è presto dovuto ricredere, nonostante gli incontri solenni con Orban.

Nel frattempo, nel pomeriggio, da Conte arrivava la frenata definitiva: “I contributi volontari in cambio dei migranti non sono la priorità“.

Giuseppe Conte a Salisburgo
Foto | Palazzo Chigi
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    Luigi Ambrosio
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    L’ultima volta era successo 22 anni fa. Il Comune di Milano oggi ha consegnato le prime cinque nuove licenze per taxi. Nei prossimi mesi le nuove abilitazioni arriveranno a 336, per effetto del bando di marzo dell’anno scorso per 450 licenze. L’amministrazione comunale ha l’obiettivo di arrivare a circa mille nuovi permessi in città. Per questo ha dichiarato che porterà avanti la richiesta di altre autorizzazioni anche con Regione Lombardia. Stamattina c’è stata una piccola cerimonia di consegna a palazzo Marino: tre nuove licenze sono ordinarie, due per il servizio notturno. “Lavorare di notte mi preoccupa un po’ per quello che sta succedendo in città a livello di sicurezza, ma il trasporto pubblico ha bisogno di taxi soprattutto nella fascia serale” ha detto Matteo Grappoli, uno dei tassisti che ha ricevuto la licenza, nell'intervista fatta da Luca Parena.

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    Esteri di giovedì 23/01/2025

    1) “Ora tocca alla Cisgiordania”. L’esercito israeliano annuncia l’ampliamento dell’operazione militare su Jenin, mentre le famiglie vengono costrette all’evacuazione e il campo profughi della città inizia ad assomigliare sempre più alla striscia di Gaza. (Ahmad Odeh da Jenin) 2) Stati Uniti. I Proud Boys sono pronti a tornare e vogliono vendetta. I leader del gruppo di estrema destra appena rilasciati dal carcere dalla grazia di Trump chiedono al presidente una rivincita. (Roberto Festa) 3) Colombia, crolla il piano di pace del presidente Petro. Nel paese riscoppia la guerriglia per il controllo del narcotraffico. (Eleonora Cormaci - Terres des Hommes) 4) Il divorzio per violazione del dovere coniugale non esiste. La Francia condannata dalla Cedu. (Francesco Giorgini) 5) La dittatura Brasiliana, l’occupazione israeliana in Cisgiordania e la storia di Emilia Perez, narcotrafficante transgender. Le nomination per gli Oscar 2025 vanno contro corrente. (Mauro Gervasini - Film TV) 6) World Music. Il saxofonista Haitiano Jowee Omicil lancia il suo nuovo album puntando sui podcast. (Marcello Lorrai)

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    Poveri ma belli di giovedì 23/01/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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