La Corte d’Appello di Brescia ha confermato le condanne di primo grado nei confronti del veterinario Renzo Graziosi, e del co-gestore di “Green Hill 2001” Ghislane Rondot, entrambi condannati a un anno e sei mesi, e del direttore dell’allevamento, Roberto Bravi, a un anno più risarcimento delle spese. Confermata anche la sospensione dalle attività per due anni, per i condannati, e la confisca dei cani.
Si tratta dell’allevamento di cani beagle (dai 2.500 ai 4.000 all’anno) destinati alla sperimentazione, accusato di soppressioni facili degli animali, di maltrattamenti sistematici e di lacune nei controlli.
Gianluca Felicetti, presidente della LAV, parte civile al processo dice a “Considera l’armadillo – noi e altri animali”, subito dopo la sentenza: “I controlli pubblici facevano ridere, non venivano fatti o dalla Asl venivano avvisati i gestori dell’allevamento prima delle visite”.
La battaglia giudiziaria non finisce qui, infatti il 9 marzo prossimo si aprirà il processo Green Hill “bis” a cinque nuovi imputati tra veterinari Asl e dipendenti dell’allevamento.
Negli ultimi mesi la Procura di Brescia aiutata da Carabinieri e Corpo forestale ha avviato alcune importanti inchieste che hanno visto coinvolti veterinari e dipendenti Asl, oltre a Green Hill, il macello dell’Italcarni di Ghedi.
A favore dei test senza uso di animali, la LAV a partire da sabato 5 e domenica 6 marzo sarà presente in centinaia di piazze con la campagna “Aiutali a uscirne” e una petizione nazionale rivolta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per mettere fine all’uso di animali nella ricerca sulle sostanze d’abuso come tabacco, alcol e droghe.
Ascolta la nostra intervista con presidente della LAV, Gianluca Felicetti: