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Con la manovra di autunno arriveranno anche i tagli

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

E’ il segreto di Pulcinella, che la manovra d’autunno del governo lascerà per strada parecchie delle promesse elettorali della destra. Ora il Ministro dell’economia lo dice apertamente, che non ci sarà spazio per tutto. Uno dei problemi, Giorgetti se lo lascia scappare: il nuovo patto di stabilità e gli stretti vincoli di bilancio, pensati dall’Unione Europea proprio per i paesi come l’Italia, che non consentirà margine sul debito. Tanto che il ministro ha dovuto correggersi poco dopo in un comunicato in cui specifica che l’Italia non chiede il rinvio dell’inizio del nuovo patto nel 2024. Segnali che servono soldi da raggranellare ovunque erano già ben visibili. Come rimangiarsi promesse identitarie come quella sulle accise della benzina. Ciò che non può rimangiarsi, il governo, è il taglio del cuneo fiscale, che come volevasi dimostrare per i lavoratori è arma perdente, oltre che un sussidio indiretto alle imprese, visto che già da gennaio lo sconto sui contributi verrà in parte meno.
E per evitare un ulteriore calo dei salari prima delle elezioni europee servono 10 miliardi che dovranno saltar fuori da qualche maquillage della delega fiscale. Dove le dichiarazioni lassiste sul fisco, buone per la propaganda, potrebbero lasciar spazio ad una stretta. Annunciata in pompa magna sul Messaggero, confermata dal capo dell’Agenzia delle entrate Ruffini, che smentisce la tesi del “fisco amico” tanto cara alla maggioranza e annuncia che finalmente inizierà l’incrocio dei dati con i conti correnti. “Il fisco vuole spiare i cittadini e attingere direttamente dai loro conti correnti, noi ci opporremo” tuonava Meloni quando era all’opposizione. La partita grossa sarà quella dei tagli, che peseranno comunque sui redditi più bassi. Come quelli sulla sanità. Almeno 4 miliardi, secondo La Stampa. Spingendo chi può verso il privato, così come avverrà sulla previdenza su cui Giorgetti è stato altrettanto schietto, nell’invito implicito a farsi una previdenza privata, quando dice che per mantenere il sistema nessuna riforma sarà sufficiente.

Foto | Ansa

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    Massimo Alberti
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