Se fosse successa al Sud, la storia che vi raccontiamo avrebbe rappresentato comunque un problema.Ma è successa al nord, in Lombardia, a Como, in una delle città dove Salvini pensa di avere l’egemonia nel centrodestra. E quindi è molto più grave.
A Como il sindaco uscente è filo leghista, si chiama Landriscina. A Como si vota a primavera e Fratelli d’Italia ha presentato un proprio candidato sindaco, Stefano Molinari, dirigente del partito. Senza confrontarsi con nessun alleato del centrodestra. Soprattutto, senza confrontarsi con la Lega. Salvini non l’ha presa benissimo: “sicuramente questo non è un gioco di squadra” ha detto pubblicamente. In privato si è arrabbiato molto di più. E ora per Salvini Como diventa un casus belli per rilanciare la sua guerra contro Giorgia Meloni. Una guerra mai dichiarata ma logorante. Formalmente alleati, di fatto rivali, quasi nemici per il predominio nella destra italiana che pensa di essere destinata a vincere le elezioni politiche.C’è quella foto dei due insieme a Spinaceto, borgata di Roma, durante la campagna elettorale perdente per il sindaco della Capitale, in cui lui abbraccia lei e la solleva da terra. Un abbraccio che sembra un tentativo di dimostrare chi sia il più forte.
Ora Salvini, dopo lo strappo di Como, chiede le primarie di coalizione. Da tenersi ovunque non ci sia un accordo sulle candidature. Come a dire che Como non è certo un caso isolato e tutti, nel centrodestra o meglio nella destra, lo sanno.
FOTO| Matteo Salvini e Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di chiusura della campagna elettorale