Se esistesse una divisa che identifica un papà, l’avrebbe sicuramente messa. In assenza, Salvini ha indossato quella solita della polizia. E con quella ha poi dichiarato ai giornalisti: “Quando parli con le mamme e i papà da papà…” Il sottinteso è che il governo precedente non è stato abbastanza “papà” quanto lui, al punto che ha raccontato di essere stato ricevuto dai famigliari delle vittime nelle loro case: “Mi hanno permesso di entrare nelle loro case, nei loro negozi, nei loro ricordi, e questo è prezioso”.
Il ministro dell’Interno ha aggiunto di aver liberato un fondo di dieci milioni che serviranno alle famiglie per risarcimenti e spese. E’ un annuncio accolto con commozione e sollievo dai parenti, che sperano che non sia una delle tante promesse che i partiti stanno facendo in lungo e in largo in Abruzzo per la campagna elettorale di febbraio.
In attesa di capire se il sostegno sarà reale, e ne avranno bisogno sia per le spese processuali che per i risarcimenti dovuti alle famiglie di quelle vittime che stavano lavorando all’Hotel Rigopiano, per ora si tratta di un annuncio calato nel vivo dolore di chi sta ancora soffrendo per quei 29 parenti, ragazzi, giovani, donne e uomini in vacanza, oppure dipendenti dell’hotel, scomparsi sotto le macerie dell’albergo che avrebbe dovuto essere raggiunto in tempo per essere liberato dalla neve.
Salvini e Di Maio erano insieme, per dimostrare di essere presenti in qualità di vicepremier, alleati, e non come rivali nelle elezioni regionali, ma come spesso è accaduto è stato Salvini a non riuscire a mantenere il riserbo su una visita ancora circondata dalla tristezza e dalla ricerca di verità.
C’è sempre un nemico per Salvini da evocare, in questo caso sono le indagini lunghe che ancora non hanno individuato e punito i veri colpevoli, come se lo Stato fosse diviso tra chi vuole arrivare al più presto alla verità e chi non se ne interessa.
E in questa narrazione, tra gli applausi e i ringraziamenti al governo, chi paga più di tutti è la Presidenza della Repubblica, la corona inviata da Mattarella contro cui si scaglia a parole la mamma di una vittima dicendo: “Dovevate mandare lo spazzaneve, non le corone”. Come se quella corona non rappresentasse anche Salvini e Di Maio a cui invece i famigliari sono andati a stringere le mani.