Come si ottiene la cittadinanza italiana? Ci sono diversi modi. Il primo e il più semplice è l’acquisizione tramite lo “ius sanguinis” cioè il diritto di sangue. Un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è italiano oppure si tratta di minore adottato da italiani.
La seconda modalità per ottenere la cittadinanza italiana è quella legata al matrimonio. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano può chiedere la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno 2 anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo 3 anni dalla data del matrimonio, se residente all’estero.
La terza modalità vale, invece, per tutti coloro che possano dimostrare di aver avuto un avo italiano anche piuttosto lontano e anche se non sono nati in Italia e non l’hanno mai nemmeno visitata da turisti. Il “decreto sicurezza”, promosso da Matteo Salvini, ha però aggiunto un piccolo ostacolo alle modalità due e tre: per ottenere la cittadinanza il richiedente deve superare un esame di lingua italiana di livello B1, che attesta una conoscenza base della lingua. Ed è proprio l’esame di italiano ad aver messo nei guai il calciatore Luis Suarez, uruguaiano ma sposato con una cittadina italiana.
La quarta modalità è quella del cittadino straniero che risiede in Italia. La forbice in questo caso va dai 4 anni di residenza legale, previsti per i comunitari, ai 10 previsti per gli extracomunitari. Le tempistiche, in questo ultimo caso, sono però lunghissime con un iter burocratico che può arrivare a durare anche 4 anni. Sempre in questa categoria rientrano i bambini nati i Italia ma da cittadini stranieri, che possono chiedere la cittadinanza solo al compimento dei 18 anni. Visto che nel nostro paese, nonostante i proclami, non esiste “lo ius soli” e ogni riforma è poi naufragata in un nulla di fatto. In un solo caso è previsto il “diritto di suolo”: quando il bambino, nasce in Italia da cittadini ignoti o apolidi.
La quinta e ultima modalità, alquanto residuale, per ottenere la cittadinanza è quella prevista dall’articolo 9 della Legge 91 del 1992 che permette al presidente della Repubblica di concederla nel caso in cui lo straniero si sia distinto per particolari meriti civili. È il caso del giovane Rami Shelata che ebbe il coraggio di chiamare i soccorsi e salvare i suoi compagni dopo che il loro bus venne dirottato alle porte di Milano.