Carlo Cottarelli è stato fino ad ottobre 2014 Commissario per la spending review. Lo ha nominato Enrico Letta, con il governo Renzi la collaborazione si è interrotta. Economista della Bocconi, è tornato negli Stati Uniti al Fondo Monetario Internazionale, dove rappresenta l’Italia.
Nonostante gli impegni, Cottarelli continua a scrivere libri. Il primo è stato La lista della spesa. Ora ha pubblicato Il macigno, un libro sul debito pubblico. L’argomento è fuori moda, perché il tasso di interessi sul debito è basso. Sarebbe questo il momento per attaccarlo, invece l’offensiva non è costante.
“Rispetto al Pil oggi il debito pubblico dell’Italia è al 133 per cento – spiega al Demone del tardi -. Un dato molto alto”. Il momento per ridurre ed efficientare le spese è adesso. Ma Cottarelli, fin quando è stato a Roma, spesso si è trovato nuovo legge che riproponevano gli sprechi appena ridotti. Un esempio? L’illuminazione pubblica: non c’è stato verso di spegnere parte dei lampioni nelle vie non ad alta frequentazione.
Non c’è possibilità di liberarsi dal magigno, allora? “C’è sempre troppo pessimismo su questo argomento”, commenta Cottarelli. E ricorda un dato: tra il 2009 e il 2014 la spesa pubblica italiana è cresciuta dell’1,8 per cento. Un decimo di quanto non sia accaduto in Germania e Francia (12 per cento), Belgio e Svezia (17 e 18 per cento). Nel 2015 ci sono stati altri tagli per 12 miliardi, a cui però è seguito un aumento di spesa di altri quattro. La partita è difficile ma si può vincere: “Serve un po’ di austerità, ma contenuta, e soprattutto crescita”.
Ascolta l’intervista di Luigi Ambrosio e Gianmarco Bachi al Demone del tardi