La società Mediaworks, editrice del Népszabadság, principale quotidiano ungherese d’opposizione al governo Orbán, ha deciso di chiudere il giornale fino alla definizione di una nuova strategia economica per rimettere a posto i conti.
Un giornalista che ha lasciato il quotidiano qualche mese fa e che è stato intervistato dal portale di informazione francese Hulala, specializzato in Europa centrale e orientale, afferma che i redattori del Népszabadság sono stati informati del fatto solo un giorno prima. Questi ultimi dichiarano di non aver più accesso né alla sede del quotidiano né al loro indirizzo mail professionale. Molti di loro parlano di “putsch” e di nuova spallata alla libertà di stampa in Ungheria. Il riferimento al governo è chiaro.
Il sito web del giornale risulta non più disponibile; al suo posto c’è un comunicato in ungherese e in inglese redatto da Mediaworks, che precisa che la tiratura del Népszabadság è scesa del 74% in questi ultimi dieci anni, il che significa una diminuzione di centomila copie. Il testo parla di una situazione sempre più critica a partire dal 2007 e di una perdita di 5 miliardi di fiorini. La società editrice conclude affermando che il suo obiettivo è elaborare, per il quotidiano, un nuovo modello che sia più in linea con le nuove tendenze del settore.
Fondato nel 1956, il Népszabadság è una testata storica; è stato l’organo ufficiale del Partito Socialista Ungherese dei Lavoratori (MSzMP), all’epoca di János Kádár. Dopo il cambiamento politico, è stato acquistato dal gruppo tedesco Bertelsmann AG. poi, nel 2003, da quello svizzero Ringier infine, nel 2014, dall’uomo d’affari austriaco Heinrich Pecina, proprietario di Mediaworks. Nel giugno del 2015 il Partito Socialista (MSzP), ha venduto la sua quota (27,65%).
Dopo l’annuncio della chiusura del giornale ci sono state testimonianze di solidarietà da parte di diverse testate ungheresi, tra esse il quotidiano socialdemocratico Népszava, ma anche il quotidiano di destra Magyar Nemzet che avrebbe definito inaccettabile il comportamento di Mediaworks nei confronti dei redattori del Népszabadság.
Secondo il Partito Socialista oggi è un giorno triste per la libertà di stampa in Ungheria e ha organizzato una manifestazione davanti alla sede di Mediaworks. Un’altra dimostrazione ha avuto luogo di fronte all’edificio del Parlamento dove i presenti hanno scandito in coro “Democrazia! Democrazia!”. I dimostranti accusano il governo di nuove manovre contro la libertà di stampa e l’ex premier socialista e attuale leader di Coalizione Democratica (DK), Ferenc 3 Gyurcsány, afferma che il Paese si trova di fronte al “più grave crimine mai commesso da Viktor Orbán” e invita militanti ed elettori del partito a impegnarsi per sostenere la democrazia nel Paese.
Il quotidiano Népszava fa riferimento a voci secondo le quali personaggi vicini al primo ministro avrebbero creato una società incaricata del compito di acquistare diverse testate di proprietà di Mediaworks. Secondo informazioni che non hanno ancora trovato conferma, si potrebbe trattare di Gábor Liszkai, direttore del giornale di destra Magyar Idők e di Lőrinc Mészáros uomo del partito governativo Fidesz e sindaco di Felcsút, piccolo centro abitato in cui è cresciuto il primo ministro. I giornalisti del Népszabadság annunciano battaglia.
Massimo Congiu è direttore dell’Osservatorio Sociale Mitteleuropeo, un’agenzia che si propone di monitorare il mondo del lavoro e degli affari sociali in Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.