Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Venerdì 24 luglio 2020

migranti OIM - Decreti Salvini

Il racconto della giornata di venerdì 24 luglio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alla proposta di legge di Forza Italia per istituire una commissione che lavori sull’uso dei fondi del Recovery Fund, mentre prosegue il braccio di ferro tra Ministero delle Infrastrutture e Autostrade per l’Italia. Alarm Phone segnala due imbarcazioni in grave difficoltà nel Mediterraneo, mentre a Piacenza l’Arma dei Carabinieri ha azzerato i vertici del comando provinciale. Aumentano le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina, con Pechino che ha annunciato la chiusura del consolato statunitense di Chengdu. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

(di Diana Santini)

Nelle ultime 24 ore sono 252 i nuovi casi diagnosticati in Italia, in calo rispetto agli oltre trecento di ieri. Prima per numero di casi l’Emilia-Romagna, con 63 contagi, seguono Lombardia e Veneto. Solo due le Regioni con zero nuovi casi: Valle d’Aosta e Basilicata. I decessi registrati da ieri sono 5, nessuno in Lombardia.
Oggi è venerdì e dunque è stato anche pubblicato il report settimanale del Ministero della Salute relativo al periodo dal 13 al 19 luglio. L’indice di contagio RT è stabile a 0,95 su base nazionale, ma sei Regioni hanno superato la soglia critica di 1: sono Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria, Lazio e Lombardia. Complessivamente il numero di casi diagnosticati è leggermente diminuito, anche se il dato è molto disomogeneo e nove regioni hanno invece assistito a un aumento dei casi.

Recovery Fund, la proposta di Forza Italia per la commissione sui lavori

(di Anna Bredice)

Forza Italia ha presentato la proposta di legge per istituire una commissione che lavori sull’uso dei fondi che arriveranno dall’Europa con il Recovery Fund, sono stati i primi a proporla e il Pd è d’accordo, i Cinque Stelle dicono sì alla task force del governo se integra il lavoro di Camera e Senato. Il Partito Democratico vorrebbe coinvolgere il più possibile le opposizioni, e se Forza Italia c’è, ed è importante perché spesso ha salvato con i suoi voti al Senato i provvedimenti del governo, è più difficile capire se Lega e Fratelli d’Italia vorranno entrare in una commissione che in quale modo li costringe a sedersi ad un tavolo con i partiti di governo, togliendo a loro il pretesto per innescare in autunno manifestazioni di piazza contro le difficoltà economiche della ripresa. E sui soldi che serviranno c’è ancora una polemica che questa volta coinvolge il ministro dell’economia Gualtieri, finora alleato di Conte in tutta la partita europea, anche se un po’ in ombra per il protagonismo del presidente del Consiglio, ha fatto capire che i soldi per finanziare una manovra di 25 miliardi potrebbero non bastare se non arrivano quelli del Mes già nei prossimi mesi. Nel pomeriggio ha smentito le sue frasi, dopo la protesta dei Cinque stelle, ma che servano subito dei finanziamenti lo dicono anche altri, a cominciare dal ministro Speranza, che chiede un intervento forte per la sanità.

Il braccio di ferro su Autostrade prosegue

(di Alessandra Fava)

Il braccio di ferro tra Ministero delle infrastrutture e Autostrade per l’Italia continua.
Il Ministero delle infrastrutture tira le orecchie ad Autostrade per l’Italia per gravi inadempimenti sulle gallerie liguri e su viadotti dell’A14 nelle Marche, al centro di un’indagine della procura di Avellino. Il ministero ha aperto una procedura di contestazione perché la maggior parte delle 220 su 285 gallerie liguri ha dei problemi strutturali e richiede interventi urgenti. I cantieri nelle gallerie intorno a Genova, Spezia e Savona marcherebbero solo l’inizio dei lavori da fare.
Da parte sua Autostrade fa notare che ci sono problemi che risalgono alla costruzione delle infrastrutture: ad esempio lo spessore del cemento di molte gallerie è di 50 e non 80 centimetri come previsto dalla legge. Di mezzo ci vanno i liguri che vanno a velocità di lumaca sulla rete autostradale perdendo ore ogni giorno. Le code sono sempre in agguato. Per questo oggi Filt-Cgil e Uil hanno organizzato una protesta a suon di clacson nelle strade di Genova con tassisti, corrieri, bus turistici e aziende legate alla portualità. Intanto dal sindaco commissario Bucci arriva la notizia che dal 5 agosto il ponte Genova-San Giorgio, sempre chiamato Morandi dai genovesi, sarà aperto a tutti i mezzi dopo l’inaugurazione del 3 agosto col presidente Mattarella.

Alarm Phone: due imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo

(di Diana Santini)

Ci sono due imbarcazioni in grave difficoltà nel Mediterraneo: sono state segnalate da Alarm Phone. I migranti hanno riferito di avere il motore fuori uso, le scorte d’acqua esaurite e diverse persone malate o sofferenti a bordo. L’aereo dell’ong Sea Watch ha sorvolato la zona e ha confermato la presenza delle due imbarcazioni: un gommone ha un tubolare sgonfio e i migranti cercano di tenerlo a galla svuotandolo dall’acqua che imbarca. Le due barche si trovano a quattro miglia nautiche l’una dall’altra e a poca distanza c’è anche un mercantile italiano, il Cosmo. Non è chiaro se il mercantile sia già intervenuto e su quale delle due barche. E neppure è chiaro dove potrebbero essere portati i migranti dopo il salvataggio. Il timore è quello che si stia organizzando un nuovo respingimento in Libia, come avvenuto l’ultima volta solo qualche giorno fa. Chiara Denaro è un’attivista di Alarm Phone:

 

Azzerati i vertici del comando provinciale dei Carabinieri di Piacenza

(di Diana Santini)

L’Arma dei Carabinieri ha azzerato i vertici del comando provinciale di Piacenza. Il comandante, Stefano Savo, e i capi del reparto operativo, Marco Iannucci, e del nucleo investigativo, Giuseppe Pischedda sono stati rimossi e trasferiti altrove. I tre non sono indagati e la decisione è stata motivata con la volontà di ricucire il rapporto con la città. La decisione arriva a due giorni dal clamoroso sequestro dell’intera Caserma Levante e dall’arresto di sei carabinieri con accuse pesantissime: spaccio, estorsione, lesioni, torture, abusi. Oggi si sono svolti i loro interrogatori di garanzia e si è saputo che nel 2018 la Caserma fu premiata con l’encomio solenne per i suoi risultati nella lotta contro lo spaccio. Le indagini proseguono, come scrive nell’ordinanza il gip, anche per verificare il grado di consapevolezza degli ufficiali in comando su quanto avveniva nella Caserma levante. La città intanto fa i conti con quello che è successo e si interroga su come sia stato possibile che nessuno si sia accorto di nulla. Antonella Liotti è la presidente di Libera Piacenza:

 

La Cina chiude il consolato statunitense di Chengdu

(di Gabriele Battaglia)

Dunque la Cina ha deciso: la rappresaglia contro l’ordine di chiusura del consolato di Houston – ordine per altro non ancora rispettato – consiste nella uguale e contraria chiusura del consolato statunitense di Chengdu. È stata una mossa studiata, nonostante il poco preavviso. Il Global Times, giornale cinese di taglio nazionalista, ha riportato ieri che Pechino inizialmente avrebbe voluto chiudere il consolato statunitense di Wuhan, l’epicentro presunto del coronavirus; ma sarebbe stata un’operazione di scarso impatto, dato che la missione diplomatica di Wuhan è già stata in gran parte evacuata dagli stessi americani. Insomma, avrebbero chiuso un consolato già praticamente chiuso. Ecco quindi Chengdu, scelta mirata. Il consolato statunitense del capoluogo del Sichuan, coordina infatti le politiche statunitensi in tutta la Cina sud-occidentale, Tibet compreso. Ma è un consolato ancora tutto sommato di secondo livello, uno dei quattro presenti in Cina continentale, oltre all’ambasciata di Pechino. Ecco, ben più d’impatto sarebbe – qualora la guerra dei consolati si inasprisse – l’ordine di chiusura del consolato statunitense di Hong Kong, una misura veramente estrema che la nuova legge si sicurezza nazionale potrebbe secondo alcuni prevedere. Sicuramente a Pechino sanno che finché l’amministrazione Trump sarà presa nella campagna elettorale, l’escalation continuerà. E Pompeo è identificato come il gran trombone che interpreta l’escalation. L’altro giorno è stato chiamato dalla portavoce del ministero degli Esteri cinese “una formica che cerca di scuotere un albero”, dove l’albero è ovviamente la Cina. A Pechino sono ormai convinti che tutta la strategia statunitense sia quella di contenere l’ascesa cinese e il trend verso il deterioramento dei rapporti sarà difficilmente reversibile anche qualora vincesse Biden.

Aumenta la tensione tra Stati Uniti e Cina

(di Roberto Festa)

Aumenta la tensione tra Stati Uniti e Cina. Pechino chiude il consolato statunitense di Chengdu, come ritorsione alla mossa americana di chiudere il consolato cinese di Houston. Ma sono diverse le decisioni americane che segnano un atteggiamento ormai apertamente aggressivo verso Pechino. Il governo Trump ha posto nuove sanzioni sui funzionari cinesi responsabili delle politiche repressive a Hong Kong e nella regione dello Xinjiang, dove è concentrata la minoranza musulmana degli uiguri. Alle compagnie cinesi è stato bloccato l’accesso alla tecnologia americana e Washington ha assunto una posizione molto rigida sulle pretese cinesi sul Mar Cinese Meridionale. Altre misure sono in preparazione. L’amministrazione pensa a un bando ai viaggi negli Stati Uniti per i 92 milioni circa di membri del partito comunista cinese. In un discorso dalla biblioteca californiana di Richard Nixon, il segretario di stato Mike Pompeo ha parlato della Cina come di una tirannide, che mette a repentaglio il futuro del mondo libero. L’amministrazione si è insomma convinta che le relazioni con la Cina, inaugurate proprio da Nixon con un famoso viaggio del 1972, siano ormai a totale svantaggio degli americani – in tema di commercio, valuta, proprietà intellettuale, rapporti internazionali – e che quindi sia necessario un riequilibrio, anche aggressivo, con Pechino. Soprattutto, alla vigilia delle elezioni presidenziali 2020.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Il 31 dicembre 2024 è stata una giornata tremenda per la musica italiana. La notizia della morte di Paolo Benvegnù ha colpito duramente le moltissime persone che negli anni sono state toccate dalle sue canzoni, dalla sua voce, dalla sua poesia, oltre che dalla sua straordinaria umanità. Lo amavano le persone che lo conoscevano grazie ai suoi dischi e ai suoi concerti, lo amavano le persone che avevano avuto modo di incontrarlo, di lavorarci, di parlarci anche solo per pochi minuti. Lo amavano i suoi amici, lo amava la sua famiglia, a cui vanno ancora oggi, a un mese dalla sua morte, tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto. Radio Popolare ha ospitato molte volte Paolo Benvegnù nei propri studi, per interviste, minilive e concerti nell’Auditorium: ogni volta è stata speciale. Per questo, nella notte tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio, Radio Popolare ha realizzato una trasmissione speciale in cui riproporre molte di queste registrazioni d’archivio: da un minilive degli Scisma del 2000 fino all’ultima apparizione di Paolo Benvegnù sulle nostre frequenze, l’11 ottobre 2024; in mezzo, altre interviste, un intero concerto in Auditorium e anche alcuni brani che arrivano da un altro archivio, quello di Radio Città del Capo di Bologna, grazie alla preziosa collaborazione di Francesco Locane. Quasi quattro ore di musica e di parole, tutte per Paolo Benvegnù. Che sarà sempre nei nostri cuori. A cura di Niccolò Vecchia

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