Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Sabato 4 aprile 2020

ospedale covid 19

Il racconto della giornata di sabato 4 aprile 2020, attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dal commento di Vittorio Agnoletto sull’epidemia da coronavirus COVID-19 in Italia all’accordo tra Germania e Francia sulla modalità per affrontare il lato economico della crisi in Europa. In Lombardia si cerca di capire in quali strutture per anziani siano stati mandati in quarantena malati dimessi e potenzialmente contagiosi. Quanto è fuorviante usare la metafora della guerra per descrivere l’epidemia? Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

L’analisi di Vittorio Agnoletto sui dati dell’epidemia diffusi oggi

E’ stabile la diffusione del coronavirus in Italia. I numeri di oggi sono simili a quelli
degli ultimi giorni. Oggi sono stati registrati 4805 nuovi casi che portano il totale
dall’inizio della pandemia a circa 124mila casi. Sono oltre 88mila invece le
persone attualmente positive.
Le morti nelle ultime 24 ore sono state 681, un dato sempre alto ma più contenuto
rispetto ai giorni precedenti. Il totale finora è di 15.362 vittime. Oltre mille le
persone dimesse o dichiarate guarite nelle ultime ore.

Il presidente del Consiglio Superiore della sanità Locatelli ha rivendicato le misure
prese finora, secondo cui hanno evitato almeno 30mila morti in più.
Ma c’è un altro dato che il capo della protezione civile Borrelli ha invece voluto
sottolineare. Per la prima volta il numero di pazienti in terapia intensiva è
diminuito: 74 in meno.

 

Francia e Germania verso un accordo alternativo ai “coronabond”

(di Maria Maggiore)

Non possiamo ancora dire che l’accordo ci sia, nonostante l’agenzia di stampa tedesca Dpa abbia dato
l’annuncio di un’intesa tra Francia e Germania su un piano straordinario di aiuti ai paesi più colpiti dalla
crisi corona. Si baserebbe su tre gambe, un piano di liquidità straordinario fino al 2 % del Pil di uno Stato,
da parte del Meccanismo di stabilità europeo, il MES, per le spese sanitarie ed economiche legate alla
crisi. Non ci sarebbero condizioni legate al prestito, se non l’impegno, a emergenza finita, di rientrare
nei criteri di Maastrich di deficit e debito, con un controllo europeo, ma non l’invio della famigerata
Troika e le riforme imposte dall’esterno. E poi ci sarebbero i prestiti della banca europea degli
investimenti, la BEI e il fondo europeo contro la disoccupazione. Dall’Olanda intanto, altro paese
fortemente contrario all’idea di emettere dei bond comuni, il ministro delle finanze Koekstra propone la
creazione di un fondo di emergenza corona che non sia basato su prestiti, ma su donazioni comuni ai paesi
in crisi. Si va dunque verso degli aiuti all’Italia in vista dell’Eurogruppo di martedì che dovrebbe
sbrogliare la matassa delle posizioni diverse tra nord e sud dell’Europa. Intanto da Roma il ministro
Gualtieri ha detto che l’opzione Mes per l’Italia non è praticabile. La risposta dell’Unione sarà adeguata
solo se ci saranno i coronabond”.

Lombardia: i malati mandati in quarantena nelle RSA piene di anziani

(di Michele Migone)

C’è una delibera dell’otto marzo con cui la Regione Lombardia dispone che i pazienti con il covid 19 dimessi dagli ospedali, e quindi positivi, con la necessità di assistenza, vengano inviati in diverse strutture sanitarie regionali tra cui anche le Rsa, cioè le case di riposo per anziani. La delibera dice anche che devono essere ricoverati in sezioni isolate dal resto della struttura che li ospita.

L’approccio confuso, inadeguato delle autorità lombarde all’epidemia ha prodotto anche questo: mandare persone positive nei luoghi dove ci sono i più fragili, i più esposti al rischio Le terribili cifre parlano chiaro. Nelle case di riposo è una strage. Il virus ha falciato le vita di centinaia di anziani. L’opposizione in Regione ha cercato di capire in quante RSA siano stati mandati effettivamente dei dimessi positivi.

Il consigliere regionale Fabio Pizzul ci dice che due settimane fa ha chiesto all’assessore i numeri, ma che Gallera non li abbia mai forniti. Quindo, allo stato attusle, non si sa ancora quanti e in quali RSA siano stati distribuiti. Per ora si conosce solo il caso del Palazzolo d Milano, ma li, dice Pizzul, c’era una struttura totalmente separata dal corpo centrale. Negli altri casi, quelli ancora sconosciuti, non si sa quali fossero le condizioni. Se cioè il personale sanitario e di assistenza fosse lo stesso per anziani e positivi, quindi con alta probabilità di diffondere il virus; se i reparti isolati fossero comunque contigui con il resto della struttura, altro veicolo di trasmissione.

Quando l’assessore Gallera fornirà queste informazioni? La sensazione è che si tenterà di nascondere la polvere sotto il tappeto. È probabile che dopo le proteste dell’opposizione e dei sindacati la Regione abbia limitato il più possibile questi trasferimenti, ma la delibera comunque non è stata ancora ritirata. Il fatto stesso che sia stata approvata e messa in pratica in qualche caso da il senso di quanto inadeguata sia la gestione dell’ epidemia da parte della Giunta Fontana.

 

“È sbagliato e fuorviante parlare di guerra”, dice il chirurgo Paolo Setti Carraro

Ne è convinto Paolo Setti Carraro, medico chirurgo che ha lavorato per tanti anni in un ospedale milanese e nel 2009 ha deciso di lasciare quel suo lavoro sicuro a Milano per trasferirsi in giro per il Mondo: dalla Sierra Leone allo Yemen, da Haiti all’Iraq. E poi Sud Sudan e Afghanistan.

Il suo racconto a Memos con Raffaele Liguori inizia dall’ultima delle sue esperienze, nella Striscia di Gaza, dove si trovava fino a pochi giorni fa.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

  • Autore articolo
    Alessandro Diegoli
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    Il conto alla rovescia è iniziato, tra un anno ci sarà l’inaugurazione dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina. Erano stati assegnati all’Italia nel 2019 con un dossier di candidatura che puntava tutto sulla parola “sostenibilità”, sia ambientale che economica. Riutilizzo degli impianti sportivi esistenti, investitori privati, attenzione all’impatto ambientale, costi contenuti, eredità legata al territorio. Il piano economico aggiornato dal governo prevede 3,6 miliardi di costi. Rispetto al dossier di candidatura le spese sono generalmente triplicate, come nel caso della pista da bob passata da 46 a 120 milioni. Siamo andati a vedere come procedono i lavori a Cortina d’Ampezzo e a Bormio, per capire da vicino la (in)sostenibilità di queste Olimpiadi. Questa è la prima puntata con il reportage da Cortina di Roberto Maggioni.

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