Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Sabato 30 maggio 2020

Giuseppe Conte

Il racconto della giornata di sabato 30 maggio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia diffusi oggi alla decisione di riprendere gli spostamenti tra le Regioni dal 3 giugno, anche se ci sono delle voci critiche sulla data. Negli Stati Uniti proseguono le rivolte e le proteste contro l’omicidio di George Floyd. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

(di Roberto Maggioni)

Partiamo dai numeri diffusi poco fa dalla Protezione Civile. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 416 nuovi casi di coronavirus e 111 morti, oltre la metà dei quali in Lombardia. Si conferma un rallentamento nella diffusione del virus (100 nuove positività in meno rispetto a venerdì) ma si allarga il divario tra Lombardia e resto del Paese.
In 6 regioni non si sono registrati nuovi contagi e in 11 non si sono registrati decessi.
Con 68 morti con COVID nelle ultime 24 ore la Lombardia è l’unica Regione a far registrare più di 10 morti.
Calano i nuovi positivi ma aumentano i decessi in Lombardia: sono 221 i casi in più per un totale di 88.758 casi in regione. Ieri c’erano stati 352 nuovi positivi con circa lo stesso numero di tamponi, oltre 14mila. I nuovi decessi sono 68 per un totale di 16.079 morti in regione mentre ieri erano stati 38. C’è un ricoverato in meno in terapia intensiva, il totale è 172.
Sono in calo i nuovi positivi anche nelle principali province lombarde. Nella città metropolitana di Milano ci sono 62 casi in più di cui 25 a Milano città, a Bergamo 21, a Brescia 41.

Il 3 giugno riaprono tutte le Regioni

(di Michele Migone)

Il 3 giugno riaprono tutte le Regioni, anche la Lombardia, la grande malata d’Italia. Alcuni governatori del centro-sud sono perplessi, prima tra tutti il campano De Luca, ma allo stato attuale nessuno sembra intenzionato a fare le barricate. Conte ha deciso così perché non se la sentiva di andare allo scontro con i settori imprenditoriali del Nord che spingono per la totale riapertura e non voleva lasciare alla Lega la possibilità di sfruttare l’occasione. Gli scienziati lo hanno parzialmente rassicurato sui dati quel tanto da permettergli di prendere una decisione più politica che tecnica. Ed è per coprire il governo che, con tutta probabilità, i presidenti di centrosinistra delle regioni del Centro e del Sud, non alzeranno troppo la voce. Magari faranno un po’ di scena sui certificati sanitari da chiedere ai milanesi, sapendo però che difficilmente potranno varare delibere in questo senso senza far scoppiare un putiferio.
Questa la situazione attuale, a pochi giorni dal liberi tutti. Il governo continuerà a parlare con le Regioni per tenerle informate sull’ andamento dei dati. Comunque vadano, la decisione sembra ormai presa. Non tutti i virologi sono convinti che si possa dare il via libera anche alla Lombardia, ma a tutti è chiaro che adesso non comanda la prudenza della scienza, ma il rischio calcolato della politica.

Regioni, le voci critiche sulla riapertura

(di Lorenza Ghidini e Raffaele Liguori)

Il 3 giugno cadono gli ultimi grossi vincoli alla mobilità per il COVID-19. Da mercoledì prossimo saranno ammessi gli spostamenti da una regione all’altra. Critiche alcune Regioni, tra cui la Sardegna. Cosa chiede la giunta di destra governata da Christian Solinas? L’assessore al turismo Gianni Chessa:

Critica anche la Campania, regione governata dal centro sinistra. L’intervista all’assessore alla sanità e bilancio Ettore Cinque:


 

USA, le rivolte dopo l’uccisione di George Flynt

(di Davide Mamone)

Si prospetta un sabato di fuoco e di proteste negli Stati Uniti dove migliaia di persone in diverse città del Paese stanno manifestando in questi giorni contro la morte di George Floyd. In una decisione con pochi precedenti il dipartimento della difesa ha ordinato all’esercito di preparare delle unità anti-sommossa per arginare le proteste nella città di Minneapolis, epicentro dell’ondata di manifestazioni. Anche ieri nonostante il coprifuoco decine di edifici sono andati a fuoco e la guardia nazionale è stata costretta persino alla ritirata. Il governatore Tim Walz del Minnesota stamattina ha detto che secondo gli investigatori, l’80% di coloro che stanno protestando non sono cittadini dello Stato e ha annunciato che inizieranno a rilasciare i nomi di coloro che sono stati arrestati.
Ma non è solo Minnesota. Ieri sono state almeno ventuno le grandi città dove si sono svolte delle proteste, le più accese a Detroit dove un manifestante ha perso la vita ferito a morte da un colpo di pistola e in California, dove a Oakland un agente è stato ucciso. Sono iniziate le proteste anche a New York dove dalle tre locali di oggi, nove di sera italiane, sono previste altre quattro manifestazioni in quattro punti diversi della città.
Intanto, tra le notizie relative alla morte di George Floyd ieri è stata rilasciata una prima autopsia, che escluderebbe che il cittadino afroamericano abbia perso la vita per strangolamento o per asfissia. La famiglia di Floyd ha già annunciato che richiederà, presto, una seconda autopsia indipendente mentre l’agente accusato di omicidio di terzo grado continua a rimanere in carcere.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Redazione
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    Il conto alla rovescia è iniziato, tra un anno ci sarà l’inaugurazione dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina. Erano stati assegnati all’Italia nel 2019 con un dossier di candidatura che puntava tutto sulla parola “sostenibilità”, sia ambientale che economica. Riutilizzo degli impianti sportivi esistenti, investitori privati, attenzione all’impatto ambientale, costi contenuti, eredità legata al territorio. Il piano economico aggiornato dal governo prevede 3,6 miliardi di costi. Rispetto al dossier di candidatura le spese sono generalmente triplicate, come nel caso della pista da bob passata da 46 a 120 milioni. Siamo andati a vedere come procedono i lavori a Cortina d’Ampezzo e a Bormio, per capire da vicino la (in)sostenibilità di queste Olimpiadi. Questa è la prima puntata con il reportage da Cortina di Roberto Maggioni.

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    1) Gaza, dopo 8 mesi riapre il valico di Rafah. Malati e feriti potranno evacuare e cercare cure fuori dalla striscia. Secondo l’oms sono almeno 12mila le persone che necessitano un’evacuazione medica urgente. 2) Stati Uniti. Dietro l’incidente aereo di Washington potrebbe esserci una politica di definanziamenti e tagli sul costo del lavoro nel settore pubblico. Trump, invece, accusa i programmi di diversità. (Martino Mazzonis, giornalista) 3) Germania, al Bundestag non passa il voto sull’immigrazione. Ma ormai la crisi si è aperta. L’accordo con l’estrema destra non è più un tabù. (Alessandro Ricci) 4) Le migrazioni al centro dell’agenda mondiale. Deportazioni e delocalizzazioni sono ormai un fatto concreto e in occidente è gara a chi fa la legge più restrittiva. (Alfredo Somoza) 5) Quattro anni fa il colpo di stato militare in Myanmar. La guerra civile continua nel mezzo del silenzio mondiale. Più di 6mila civili sono stati uccisi dalla giunta. (Alessandro De Pascale - Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo) 6) Una vita di poesia e rinascita. L’omaggio di esteri all’icona della musica Marianne Faithfull, morta a 78 anni (Claudio Agostoni)

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