Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Sabato 25 aprile 2020

Giuseppe Conte 25 aprile 2020

Il racconto della giornata di sabato 25 aprile 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dall’analisi dei dati dell’epidemia di Vittorio Agnoletto alle celebrazioni per la festa della Liberazione al grido di “Bella Ciao” dai balconi mentre a Roma il Presidente della Pubblica Mattarella in visita all’Altare della Patria ha rappresentato tutti e ciascuno di noi. La fase 2 si avvicina, forse già domani arriverà il decreto, ma uno studio realizzato in Lombardia grazie ai dati raccolti dall’app AllertaLom dice che la riapertura può essere un grave azzardo. A Genova svastiche su monumenti partigiani nell’entroterra. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

L’analisi di Vittorio Agnoletto sui dati dell’epidemia diffusi oggi

I dati di oggi della Protezione Civile certificano l’andamento in discesa dell’epidemia. Sono 2.357 i nuovi positivi oggi. Tornano quindi ben al di sotto di quota 3.000 che era stato l’aumento ieri. Resta invece alto il numero delle morti: oggi altre 415 vittime.
Prosegue poi la riduzione della pressione sugli ospedali e cala per il sesto giorno di fila il numero delle persone attualmente malate: sono 105.800 quelle totali al momento. Ci sono poi altri due dati incoraggianti: per la prima volta è diminuito il numero dei pazienti in isolamento domiciliare e i guariti nell’ultimo giorno sono più dei casi di contagio accertati.
L’andamento nazionale segue il quadro lombardo. Era dal 6 marzo che non si registrava un numero così basso di nuovi contagiati in Regione. Solo 713 a fronte di 12mila tamponi. In discesa anche Milano e la sua città metropolitana.

Non ci sono prove scientifiche che gli anticorpi del coronavirus proteggano nuovamente dalla malattia“. Lo dice uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sugli anticorpi che possono essere individuati dai test sierologici. L’agenzia dell’Onu mette in guardia i governi dall’autorizzare cosiddette patenti di immunità per la circolazione delle persone guarite. Il commento di Vittorio Agnoletto.

 

25 aprile 2020. La festa della Liberazione al tempo del lockdown

Oggi in tutta Italia dai balconi è risuonata “Bella Ciao”, la canzone simbolo della Resistenza. Un’idea lanciata dall’Associazione Partigiani e realizzata alle 15 del pomeriggio, come alle 15 di solito parte il corteo nazionale a Milano.

Carla Nespolo, presidente dell’Anpi, ha tenuto un breve discorso rilanciato dai social network:


 

Fase 2, entro domani il decreto che fissa i criteri

(di Mattia Guastafierro)
Sarà pronto entro domani sera il decreto che fissa i nuovi criteri sulla fase 2. Oggi si sono svolti diversi colloqui con gli esperti. Domani si dovrebbe svolgere la cabina di regia tra Conte e gli enti locali. Al momento ci sono solo alcune indiscrezioni sui contenuti, ma sembra certo che alcune attività riapriranno già da lunedì. Si parla di cantieri pubblici, dell’automotive, della moda. Quei settori che non mobilitano gli spostamenti di grandi masse di persone. In tutti gli aeroporti e stazioni del paese potrebbero essere installati termoscanner per il controllo della temperatura.
Per il resto delle attività e per gli spostamenti personali si dovrà attendere fino al 4 maggio.
Alla sottosegretaria alla Sanità Sandra Zampa abbiamo chiesto se il decreto potrebbe arrivare domani:

Sì è verosimile, nel senso che il governo è impegnato a completare punto per punto le modalità di ripresa. Sembra facile, chiudere è molto semplice, mentre riaprire significa rivedere idealmente tutti i passaggi e immaginare come correggerli. Quindi: come si esce di casa, con la mascherina, senza mascherina, con la mascherina in tasca. Come si sale su un autobus, cosa ci deve essere sopra. Come si sta in azienda, come sarà il servizio della mensa. Io penso che domani sera l’impegno che il presidente del Consiglio aveva preso sarà onorato.
Si sta discutendo su limitate aperture di alcuni segmenti già da lunedì. Il problema non è tanto l’attività in se stessa, è invece ciò che ogni ripresa di attività comporta in termini di spostamento delle persone e quindi di possibili potenziali contatti. Perciò se ci sarà lunedì qualche anticipazione, si parte da quelle meno impattanti.

Mattarella ha rappresentato tutti e ciascuno di noi

(di Lorenza Ghidini)

Ancora una volta il presidente Mattarella ha rappresentato tutti e ciascuno di noi, in questo tempo così difficile e triste.
Solo con i suoi pensieri all’Altare della Patria, come soli o quasi siamo stati tutti noi, pur cantando dal balcone.
Mattarella che non si taglia i capelli da due mesi, Mattarella che fa gli auguri di Buona Pasqua agli italiani e dice: anch’io sarò a casa da solo domenica. CONTINUA A LEGGERE.

 

Fase 2 in Lombardia. L’analisi dei dati di AllertaLom

(di Michele Migone)

Le sfide nella Fase 2 sono la sicurezza sui luoghi di lavoro e sui mezzi pubblici. Milano e la Lombardia sono sorvegliati speciali. In modo involontario, un report della Regione spiega perché la riapertura del 4 maggio, tanto voluta da Fontana, può essere un grave azzardo, l’ennesimo errore. È un’analisi basata sui dati raccolti da AllertaLom, un’app, un questionario digitale della Regione a cui hanno aderito in via anonima un milione e 200.000 lombardi.
Le risposte hanno indicato che in queste settimane 320.000 di loro si sono mossi per lavoro. Tra questi, 19.500, il 6.5%, ha dichiarato di soffrire di due sintomi del Covid 19, mentre altre 7 500 persone di almeno tre. In totale 27 000 persone. Altre 18 500 delle persone che si sono mosse per lavoro hanno risposto dicendo di essere state in contatto con positivi. In totale 45.500 persone che con tutta probabilità hanno subìto o sono a rischio contagio e che non hanno potuto stare a casa. Neppure di fronte a questi numeri e a questa realtà, dipinta da uno strumento voluto dalla giunta, il governo leghista della Lombardia cambia marcia.
Con assoluto candore, il vicepresidente Fabrizio Sala ha detto che “l’app non è assolutamente paragonabile al tampone perché fornisce dati statistici e non sanitari“. Una differenza di cui si sono accorti le migliaia di lombardi lasciati dalla Regione al proprio incerto destino, visto la scelta politica di Fontana e Gallera di non fare tamponi. Scelta che è stata confermata anche nella Fase 2. Sono numeri che anche a Roma dovranno essere studiati bene. La corsa alla riapertura, l’insufficienza di strumenti di protezione, la mancanza di un vero piano organico per la sicurezza, mettono alcune zone del Paese in un rischio che deve essere ben calcolato.

Svastiche su monumenti partigiani nell’entroterra di Genova

(di Alessandra Fava)

Hanno aspettato la notte per andare a imbrattare due lapidi della Resistenza con delle svastiche.
I segni subito rimossi dalle amministrazioni sono stati fatti su due lapidi nella galleria del passo del Turchino tra Mele e Masone e su un’altra lapide a Ceranesi dedicata ai combattenti partigiani.
Ceranesi e Mele sono alle spalle di Voltri, sull’appennino, terra di partigiani e di rastrellamenti dei fascisti e delle Ss. Terre da ‘Achtung!Banditi’ e resistenza delle fabbriche del ponente e di donne coraggiose.
Le lapidi della galleria sono state messe nel 2013 dalla Provincia di Genova. Ricordano i 59 civili uccisi dalle Ss a Fontanafredda vicino al passo del Turchino il 1 maggio 1944. A loro è dedicato anche un grande sacrario e a loro è stata intitolata anche la galleria.
Il gesto è stato condannato dall’Anpi di Genova.
Il 25 aprile è una ricorrenza molto sentita e partecipata a Genova, città medaglia d’oro per la Resistenza. In tempi di coronavirus è stato festeggiato con cartelli scritti a mano come ‘più ospedali, meno arsenali, ora e sempre resistenza’, fiori portati nelle strade intitolare a partigiani e ‘Bella ciao’ dai balconi. Il sindaco Marco Bucci a debita distanza da altri amministratori ha omaggiato le lapidi sotto il ponte monumentale. Un quintetto ha suonato nel teatro lirico Carlo Felice, vuoto ma riaperto un medley di canzoni partigiane.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Redazione
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    Il conto alla rovescia è iniziato, tra un anno ci sarà l’inaugurazione dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina. Erano stati assegnati all’Italia nel 2019 con un dossier di candidatura che puntava tutto sulla parola “sostenibilità”, sia ambientale che economica. Riutilizzo degli impianti sportivi esistenti, investitori privati, attenzione all’impatto ambientale, costi contenuti, eredità legata al territorio. Il piano economico aggiornato dal governo prevede 3,6 miliardi di costi. Rispetto al dossier di candidatura le spese sono generalmente triplicate, come nel caso della pista da bob passata da 46 a 120 milioni. Siamo andati a vedere come procedono i lavori a Cortina d’Ampezzo e a Bormio, per capire da vicino la (in)sostenibilità di queste Olimpiadi. Questa è la prima puntata con il reportage da Cortina di Roberto Maggioni.

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