Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Mercoledì 19 agosto 2020

Regione Sardegna

Il racconto della giornata di mercoledì 19 agosto 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia col commento di Vittorio Agnoletto all’attesa per le linee guida in vista del ritorno a scuola il prossimo 14 settembre. La Procura di Monza ha aperto un’indagine sul deragliamento del treno questa mattina a Carnate, mentre in Sardegna continua l’isolamento per 470 persone nel resort dell’isola di Santo Stefano. Negli USA la seconda serata della Convention democratica ha consacrato Joe Biden come il candidato del ritorno alla normalità. L’Unione Europea, intanto, non riconosce il risultato delle elezioni in Bielorussia di domenica 9 agosto. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Oggi in Italia sono stati accertati 642 casi di coronavirus, il dato più alto dal 23 maggio. Ieri i nuovi positivi erano stati 403 a fronte di 54mila tamponi, contro i 71mila di oggi. Nelle ultime 24 ore la Regione con più contagi è la Lombardia, che ne ha individuati 91, seguita da Emilia-Romagna (76) e Lazio (75). In tutte le Regioni è stato scoperto almeno un nuovo caso. Le morti comunicate oggi a livello nazionale sono 7, di cui 4 in Lombardia. Aumentano le persone in terapia intensiva: ora sono 66, 8 in più di ieri. Il commento del medico e nostro collaboratore Vittorio Agnoletto:


 

Scuola, si attendono le linee guida per la ripartenza a settembre

(di Alessandro Principe)

Le variabili sono tante. Gli attori in campo anche. Dire che sulla riapertura delle scuole al momento c’è incertezza è un eufemismo. Oggi si è riunito il Comitato tecnico scientifico. Il quale, dopo alcune ambiguità su distanziamenti e mascherine, dovrebbe produrre un documento definitivo. Dall’Istituto superiore di sanità, poi, si attendono le “linee guida”, un vademecum che poi va tradotto nella pratica della attività scolastica. Con questi documenti la ministra Azzolina incontrerà le associazioni di presidi, i sindacati della scuola e gli enti locali. Gli aspetti da definire sono tanti: dalle regole sul distanziamento a cosa fare se un alunno o un insegnante risulta positivo al virus. Quarantena per tutta la classe? Didattica a distanza? Sembra escluso il lockdown per tutto l’istituto ma – si dice – “verrà valutato il singolo caso”. E ancora l’incognita banchi, e qui entra in gioco anche il commissario Arcuri: la consegna comincerà il 7 settembre, ha detto. Ma può, in base all’appalto, andare avanti fino a ottobre. E ne frattempo cosa succede? I presidi sono preoccupati e temono, tra l’altro, conseguenze sulla propria responsabilità. C’è poi la campagna di test sierologici indirizzata agli insegnanti. Partirà la settimana prossima, ma su base volontaria. Sarà efficace?
Infine: davvero le scuole riapriranno il 14 settembre? Sì, assicura il governo. In realtà Il Comitato scientifico si è riservato un’ultima valutazione a fine agosto. E non è escluso che, in base ai contagi, possa chiedere al governo aperture differenziate regione per regione.

Treno deragliato vicino Monza. Inchiesta per disastro ferroviario colposo

La procura ha aperto un’inchiesta per disastro ferroviario colposo sull’incidente avvenuto questa mattina vicino Monza. Un treno regionale Trenord è uscito dai binari alla stazione di Carnate Usmate. Il convoglio ha viaggiato per 10 km senza personale dalla stazione precedente, quella di Paderno D’Adda, prima di essere instradato su un binario morto, dove si è rovesciato. Da quanto emerge finora,
avrebbe preso velocità a causa della pendenza, dopo che macchinista e capotreno erano scesi per cambiare postazione. A bordo c’era solo un passeggero, rimasto lievemente ferito. Anche i due macchinisti sono rimasti contusi.
La frenatura di un treno è una manovra che deve essere attivata manualmente. Cosa potrebbe non aver funzionato? Lo abbiamo chiesto a Dario Balotta, ferroviere ed ex sindacalista:


 

Sardegna, il focolaio nell’isola di Santo Stefano

(di Monia Melis)

Nell’isola di Santo Stefano, arcipelago della Maddalena (tra Sardegna e Corsica) c’è ancora attesa per i tamponi da COVID-19. In tutto 470 tra turisti e lavoratori dell’unico resort di lusso: 21 i positivi accertati sui 300 già analizzati. Nessuno può spostarsi: né in entrata, né in uscita. È l’isolamento dinamico: all’interno si lavora, si fa il bagno, si va in ristorante. Ma con l’inquietudine del responso. Il blitz, come lo definisce il sindaco, Luca Montella, è scattato tre giorni fa. Quando un lavoratore con sintomi è stato ricoverato a Sassari. Nel frattempo un’ordinanza del Comune ha esteso l’obbligo di mascherina all’aperto anche di mattina e l’Unità di crisi regionale segue gli aumenti dei casi tornati ai ritmi di aprile, seppur con numeri bassi. Gli attuali positivi sono 154, undici in ospedale – nessuno in terapia intensiva. Lo sbilanciamento è ancora verso il nord ma, a differenza della scorsa primavera, più verso la Gallura che il Sassarese. Oltre al focolaio simbolo di Santo Stefano c’è quello a Porto Rotondo tra i ragazzi romani. E mentre la movida e gli arrivi sono monitorati speciali il presidente della Regione, il leghista sardista Christian Solinas, attacca il governo sui migranti che sbarcano dall’Algeria: “Un rischio, da reimpatriare”.

Bielorussia, l’UE non riconosce il risultato delle elezioni

(di Emanuele Valenti)

L’Unione Europea non riconosce il risultato delle elezioni in Bielorussia di domenica 9 agosto. Lo hanno deciso i Capi di Stato e di governo durante un vertice straordinario in videoconferenza. I leader europei hanno anche confermato le sanzioni finanziarie ad alcuni alti funzionari bielorussi. La lista dovrebbe essere pronta nei prossimi giorni. Intanto la Russia ha fatto sapere che Mosca e Minsk hanno concordato di ampliare ulteriormente la loro cooperazione.
Oggi il presidente Lukashenko ha ordinato alla polizia di bloccare ogni tipo di protesta. Negli ultimi giorni, durante le manifestazioni, le forze di sicurezza hanno adottato un profilo piuttosto basso.
Nei primi giorni, subito dopo le elezioni del 9 agosto, quindi la scorsa settimana, ci sono state ripetute violenze e violazioni dei diritti umani. Cristina, 27 anni, è una delle 7mila persone arrestate. È rimasta in prigione per 5 giorni:


 

USA. Joe Biden, il candidato del ritorno alla normalità

(di Roberto Festa)

Il candidato del ritorno alla normalità. Così, intervento dopo intervento, si è composta nella seconda serata della Convention democratica la figura di Joe Biden. Messi in un angolo i progressisti – l’intervento di Alexandria Ocasio Cortez non è durato nemmeno due minuti – e depotenziati i mostri sacri del partito – Bill Clinton ha parlato fuori prime time televisivo – i veri protagonisti della serata sono stati quelli che hanno dipinto l’uomo Biden: la moglie Jill, che ha parlato delle tragedie personali di Biden: la morte della prima moglie e di una figlia in un incidente stradale, la scomparsa del figlio Beau per un tumore, tragedie affrontate con forza e superate. E poi c’è stata la guardia della security del New York Times, che ha conosciuto Biden un momento, mentre lo portava in ascensore in redazione per un’intervista, e che ha spiegato che in quei brevi momenti ha capito che Biden stava davvero interessandosi a lei. E poi Cindy McCain, la moglie dello scomparso senatore John, che ha ricordato l’amicizia tra I due, così lontani politicamente. Intervento dopo intervento, è stata costruita l’immagine, e la retorica, dell’anziano senatore, che si prenderà cura dell’America come si è preso cura della sua famiglia. Un’immagine rassicurante, contrapposta a quella esplosiva, divisiva, di Donald Trump. Stasera terza serata. Ci sarà Barack Obama, l’amico e alleato più prezioso per Biden. E poi Kamala Harris, nel discorso più importante della sua carriera politica.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Il 31 dicembre 2024 è stata una giornata tremenda per la musica italiana. La notizia della morte di Paolo Benvegnù ha colpito duramente le moltissime persone che negli anni sono state toccate dalle sue canzoni, dalla sua voce, dalla sua poesia, oltre che dalla sua straordinaria umanità. Lo amavano le persone che lo conoscevano grazie ai suoi dischi e ai suoi concerti, lo amavano le persone che avevano avuto modo di incontrarlo, di lavorarci, di parlarci anche solo per pochi minuti. Lo amavano i suoi amici, lo amava la sua famiglia, a cui vanno ancora oggi, a un mese dalla sua morte, tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto. Radio Popolare ha ospitato molte volte Paolo Benvegnù nei propri studi, per interviste, minilive e concerti nell’Auditorium: ogni volta è stata speciale. Per questo, nella notte tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio, Radio Popolare ha realizzato una trasmissione speciale in cui riproporre molte di queste registrazioni d’archivio: da un minilive degli Scisma del 2000 fino all’ultima apparizione di Paolo Benvegnù sulle nostre frequenze, l’11 ottobre 2024; in mezzo, altre interviste, un intero concerto in Auditorium e anche alcuni brani che arrivano da un altro archivio, quello di Radio Città del Capo di Bologna, grazie alla preziosa collaborazione di Francesco Locane. Quasi quattro ore di musica e di parole, tutte per Paolo Benvegnù. Che sarà sempre nei nostri cuori. A cura di Niccolò Vecchia

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    Il 31 dicembre 2024 è stata una giornata tremenda per la musica italiana. La notizia della morte di Paolo Benvegnù ha colpito duramente le moltissime persone che negli anni sono state toccate dalle sue canzoni, dalla sua voce, dalla sua poesia, oltre che dalla sua straordinaria umanità. Lo amavano le persone che lo conoscevano grazie ai suoi dischi e ai suoi concerti, lo amavano le persone che avevano avuto modo di incontrarlo, di lavorarci, di parlarci anche solo per pochi minuti. Lo amavano i suoi amici, lo amava la sua famiglia, a cui vanno ancora oggi, a un mese dalla sua morte, tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto. Radio Popolare ha ospitato molte volte Paolo Benvegnù nei propri studi, per interviste, minilive e concerti nell’Auditorium: ogni volta è stata speciale. Per questo, nella notte tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio, Radio Popolare ha realizzato una trasmissione speciale in cui riproporre molte di queste registrazioni d’archivio: da un minilive degli Scisma del 2000 fino all’ultima apparizione di Paolo Benvegnù sulle nostre frequenze, l’11 ottobre 2024; in mezzo, altre interviste, un intero concerto in Auditorium e anche alcuni brani che arrivano da un altro archivio, quello di Radio Città del Capo di Bologna, grazie alla preziosa collaborazione di Francesco Locane. Quasi quattro ore di musica e di parole, tutte per Paolo Benvegnù. Che sarà sempre nei nostri cuori. A cura di Niccolò Vecchia

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    con Eros Galbiati attore in "Ritratto di un certo Oriente" di Marcelo Gomes; Uberto Pasolini regista di "Itaca - Il ritorno" e un contributo audio di Claudio Santamaria; Enrico Masi sul suo documentario "Terra Incognita". Tra le uscite: "Io sono ancora qui" di Walter Salles; "Babygirl" di Alina Reijn; "Simone Veil - La donna del secolo" di Olivier Dahan.

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    “I Girasoli” è la trasmissione di Radio Popolare dedicata all'arte e alla fotografia, condotta da Tiziana Ricci. Ogni sabato alle 13.15, il programma esplora eventi culturali, offre interviste ai protagonisti dell'arte, e fornisce approfondimenti sui critici e sui giovani talenti. L’obiettivo è rendere accessibile il significato delle opere e valutare la qualità culturale degli eventi, contrastando il proliferare di iniziative di scarso valore e valutando le polemiche sulla politica culturale.

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